Gentiloni evita lo scontro: «Polemiche dannose». L’assist al governo su Ita e Superbonus

Tregua tra il commissario e il governo: «Bruxelles riconosca il lavoro fatto su Ita».

Gentiloni evita lo scontro: «Polemiche dannose». L’assist al governo su Ita e Superbonus
di Francesco Bechis
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Lunedì 11 Settembre 2023, 23:57

Un sorriso solca il volto dello staff di Giorgia Meloni sull’aereo presidenziale che riporta la premier a Roma dopo una tappa in Qatar, appendice della missione indiana al G20. Sugli schermi hanno fatto capolino i lanci di agenzia che riportano le parole di Paolo Gentiloni, il commissario Ue all’Economia al centro di un duello a distanza con il governo conservatore. Interrotto ora, forse, da un primo time-out. 

LA LINEA

«Non voglio partecipare a polemiche che penso danneggino l’Italia», risponde Gentiloni ai cronisti che a Bruxelles lo tempestano di domande sui sospetti, palesati dal vicepremier leghista Matteo Salvini e poi da Meloni a Nuova Dehli, di un ostruzionismo insolito, perfino voluto dalla Commissione europea sull’accordo Ita-Lufthansa in attesa di un semaforo verde. 
È un no-comment puntuto, quello pronunciato dall’ex premier a margine della conferenza stampa per presentare le previsioni economiche della Commissione. Gentiloni è infastidito dal fuoco incrociato partito da Roma nei suoi confronti e dal polverone che ha sollevato, «mi avete chiesto di questo anche in India», si lamenta con la stampa. Per poi schermirsi: «Tengo al mio Paese e dunque non alimento e non alimenterò polemiche». Eppure, è la convinzione a Palazzo Chigi, la presa di posizione di Meloni contro una Commissione Ue percepita disinteressata alle richieste del governo così come un commissario, Gentiloni appunto, da cui si attende «un occhio di riguardo», deve aver sortito qualche effetto. Sicché da Roma hanno letto con una certa soddisfazione l’assist servito ieri dal commissario sulla trattativa per Ita, «il governo ha lavorato molto per individuare questa soluzione e confido nel fatto che la Commissione Europea riconosca l’importanza di questo lavoro». Ma anche la stoccata contro il Superbonus grillino, che il centrodestra considera la vera palla al piede della prossima manovra finanziaria. Il maxi-bonus edilizio, un buco nelle casse dello Stato da più di cento miliardi di euro secondo i dati in mano all’esecutivo, «fa parte di un discorso generale di misure considerate come straordinarie, prese in momenti straordinari», osserva Gentiloni, «che gradualmente è giusto eliminare».

Insomma, l’incentivo edilizio battezzato dal governo Conte-bis rientra fra quelle misure «difficili da sostenere perché nel medio periodo rendono difficile la riduzione dell’inflazione, che è nell’interesse dell’economia europea e di tutte le famiglie». Musica per il “governo dei patrioti” che a Roma, anche a causa del «disastro Superbonus», lavora a una manovra ben più austera del previsto. Preparandosi a blindarla in aula e a scongiurare incidenti nelle commissioni che nell’ultimo anno hanno fatto sudare freddo la maggioranza più di una volta. Su questo si è concentrata una riunione tecnica a Palazzo Chigi, ieri pomeriggio, con il Mef, il ministro ai Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani e il sottosegretario Alfredo Mantovano.

LE DISTANZE

Quanto ai negoziati a Bruxelles, tregua sia, per ora, con il commissario con la “maglia” italiana (copyright Salvini). Certo restano le distanze. Sulla riforma del Patto di stabilità, ad esempio, il governo prende tempo e spera ancora di cambiare la bozza della Commissione inserendo lo scorporo degli investimenti nella Difesa e nel Pnrr dal calcolo del deficit. Per Gentiloni, invece, quella sul tavolo Ue è «una buona proposta». 
Nella maggioranza convivono diverse opinioni su questa dissonanza con il Commissario italiano a Bruxelles in vista di una stagione caldissima per i negoziati con l’Ue. Da un lato chi preme per la linea dura, come il sottosegretario a Palazzo Chigi Giovanbattista Fazzolari. Dall’altro chi, come il ministro del Pnrr Raffaele Fitto, deve parlare a giorni alterni con Gentiloni e trova controproducente alzare il livello di tensione. Nelle prossime settimane non mancheranno occasioni per mettere alla prova la “sponda” italiana nella Commissione. Se non bastasse, c’è sempre un telefono da far squillare. La linea Meloni-von der Leyen rimane attiva e ultimamente prende benissimo. 

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