Ocse, allarme crescita mondiale: conferma pil a zero per Italia nel 2019

Ocse conferma crescita zero per Italia nel 2019
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Giovedì 19 Settembre 2019, 11:45 - Ultimo aggiornamento: 22:13

L'Ocse tira il campanello d'allarme sulla crescita mondiale. Nelle prospettive intermedie presentate questa mattina a Parigi, l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, rivede al ribasso le stime globali sul Pil per il 2019 e il 2020, paventando la peggiore performance mai realizzata dalla crisi del 2008. Una scure impietosa, incluso per l'Eurozona e per l'Italia.

Nel 2019, avverte l'Ocse nell'Interim Economic Outlook, la crescita mondiale dovrebbe rallentare al 2,9% prima di raggiungere il 3% nel 2020: si tratta di un taglio rispettivo di 0,3 e 0,4 punti rispetto alle stime pubblicate a maggio. Quello dipinto dall'Ocse è un quadro a tinte fosche anche per il nostro Paese, con una stima sul Pil pari a zero nel 2019 (invariata rispetto a maggio) e dello 0,4% nel 2020 (-0,2 punti sulle precedenti previsioni).

Tra meno di dieci giorni, il 27 settembre, il governo deve indicare il nuovo quadro macroeconomico, con la nota di
aggiornamento al Def. Anche in vista del negoziato con Bruxelles, l'esecutivo giallorosso dovrà indicare la crescita e
il deficit previsti per il 2019 e il 2020 a legislazione vigente. A questo punto, visto anche il rallentamento
dell'attività industriale confermata ieri dall'Istat, la questione non è tanto di sapere se la revisione sarà al ribasso ma piuttosto quantificarla. Insomma le stime non sono ancora definite ma l'Italia appare comunque imbrigliata in una decisa stagnazione economica.

«Le prospettive economiche mondiali continuano ad oscurarsi», ha avvertito la capoeconomista dell'Ocse, Laurence Boone, nel corso della conferenza stampa di presentazione a Parigi, citando, tra l'altro, l'impasse dei negoziati commerciali tra Cina e Stati Uniti, la minaccia di un 'no deal' sulla Brexit che potrebbe portare la Gran Bretagna alla recessione già nel 2020 con ripercussioni su tutta Europa, e anche l'acuirsi delle tensioni tra Giappone e Sudcorea. Venti protezionistici che cominciano ormai ad avere effetti nel tempo e rallentano gli scambi commerciali a «un livello eccezionalmente debole», avverte l'Ocse.

Per Boone bisogna «porre fine all'impennata dei dazi doganali e delle sovvenzioni che falsano gli scambi e ripristinare regole prevedibili per le imprese». Ma la capoeconomista lancia anche un accorato appello agli Stati affinché realizzino maggiori investimenti pubblici per rilanciare l'attività, come già auspicato dal presidente della Bce, Mario Draghi.

L'Ocse stima a 2.000 miliardi di dollari i bisogni annuali in investimenti nelle infrastrutture stradali entro il 2030, 600
miliardi per quanto riguarda le Tlc. «Questi investimenti potrebbero rilanciare la domanda sul breve termine e favorire la crescita nel lungo temine», spiega Boone. Anche se in Paesi come gli Usa, il Giappone, la Francia e l'Italia, dove il deficit si somma a importanti livelli di debito pubblico, l'Ocse suggerisce piuttoso «un miglioramento dell'efficacia della politica fiscale». Alla domanda su un possibile suggerimento da dare al nuovo governo Conte 2, Boone ha ricordato che «stiamo entrando in un periodo di manovre di bilancio e di discussioni con l'Ue. Bisogna contenere le incertezze ed impegnarsi in un dialogo con la Commissione europea per arrivare alla migliore soluzione e al miglior bilancio possibile nel quadro del patto di stabilità». «Tutto ciò che può accrescere le incertezze - ha avvertito - aumenta i rischi e tutto quello che placa le incertezze contribuisce alla crescita».

I dati Ocse sono rivisti al ribasso anche per la zona euro, con una crescita all'1% nel 2019 (-0,1 punti rispetto a maggio) e 1,1% nel 2020 (-0,4 punti rispetto a maggio). Parlando a margine del Forum per i 15 anni di Fondimpresa, il presidente di Confindustria, Vicenzo Boccia, hadetto che i dati giunti oggi da Parigi devono «far riflettere». «C'è una crescita mondiale che arretra, occorre una operazione di realismo nel Paese. E da questo ripartire, reagire e darsi grandi obiettivi e priorità».

 

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