Dazi, la Cina presenta ricorso al Wto contro le tariffe Usa

Dazi, la Cina presenta ricorso al Wto contro le tariffe Usa
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Lunedì 2 Settembre 2019, 16:15 - Ultimo aggiornamento: 18:48
La Cina ha deciso di ricorrere alla World Trade Organization contro gli ultimi dazi decisi dagli Usa che puntano a colpire l'import per 300 miliardi di dollari di beni made in China, in parte già operativi dall'1 settembre. Il ministero del Commercio ha sposato un copione collaudato nel corso della guerra commerciale, cominciata oltre un anno fa,
in risposta all'atteggiamento «prepotente» dell'amministrazione americana di Donald Trump assicurando che Pechino «difenderà con fermezza i suoi diritti e interessi legittimi». Scopo, precisa una nota, è la tutela del sistema multilaterale del commercio e l'ordine del commercio internazionale «nel rispetto delle regole definite» nell'ambito del Wto, l'istituzione di regolamentazione del commercio su scala planetaria, contenziosi inclusi.

Cina e Usa sono alle prese con un duro braccio di ferro che ha portato a un'esclation dello scontro, di fronte allo stallo negoziale, malgrado le buone intenzioni espresse dalle parti. «Questi dazi americani violano gravemente il consenso raggiunto dai leader dei nostri due Paesi a Osaka - ha rilevato ancora il ministero del Commercio, menzionando atteso faccia a faccia tenuto a Osaka a fine giugno, a margine del G20, dai presidenti Xi Jinping e Trump -. La parte cinese è fortemente contrariata e vi si oppone con forza».

L'ultima mossa di Washington è entrata parzialmente in vigore allo scoccare della mezzanotte di domenica: dazi subito al 15% su beni cinesi per 125 miliardi, con la parte residua operativa dal 15 dicembre. Pechino ha risposto a stretto giro, mettendo nel mirino 75 miliardi di dollari di made in Usa, sempre dall'1 settembre con aliquote extra del 5-10% su 1.717 prodotti iniziali (dei totali 5.078 provenienti dagli Stati Uniti) e con la parte residua colpita dal 15 dicembre.

La Cina, per la prima volta dallo scontro, ha sanzionato anche al 5% l'import di petrolio dagli Usa. La guerra commerciale ha generato effetti a livello globale, al punto che lo spettro della recessione è decisamente più concreto. Dopo il consenso Trump-Xi di Osaka, il tycoon, al recente summit G7 in Francia, ha parlato di nuove comunicazioni tra i negoziatori delle due parti dando ai mercati finanziari una boccata d'ossigeno, mentre il ministero degli Esteri di Pechino ha detto di non essere a conoscenza di tali contatti. «L'escalation delle frizioni commerciali non risolveranno il problema», ha ammonito il Quotidiano del Popolo, la voce del Partito comunista cinese. 
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