Covid-19 Fase 2, Pierpaolo Sileri: "Cautela e responsabilità"

Covid-19 Fase 2, Pierpaolo Sileri: "Cautela e responsabilità"
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Giovedì 30 Aprile 2020, 13:45
(Teleborsa) - Parola d'ordine: cautela e responsabilità. Questo è il principio che ha ispirato la realizzazione della Fase 2. Così Pierpaolo Sileri, Vice-Ministro della Salute, fa il punto della situazione in un'intervista a Teleborsa. "Oggi si dice viene tolta la libertà - afferma - ma questo invece è un protocollo sanitario. E' come se tu avessi il paziente-Italia appena uscito da una bruttissima malattia (e ancora in parte ci sta dentro). Dall'ospedale gli dai la lettera di dimissioni che dice: attento, non fare sforzi, dieta leggera, poi tra 15 giorni ci rivediamo e, se stai meglio, puoi tornare alla tua vita normale. Se però non stai meglio dovremo tornare un po' indietro. Ecco, in questo momento l'Italia è come un paziente. Se si seguono le indicazioni tutto andrà bene altrimenti si potrebbe tornare alla situazione precedente, o anche peggio".

Quale è stato finora l'atteggiamento degli Italiani?

"La maggior parte della popolazione ha dimostrato molto buon senso. Più gli anziani - perché hanno una maggiore percezione del pericolo e hanno paura, meno i giovani".

Cosa e' cambiato in fatto di sicurezza e organizzazione rispetto all'inizio della pandemia? Ad esempio finora era quasi impossibile fare tamponi a chi rimaneva a casa...

"In effetti noi abbiamo avuto una carenza di tamponi. Secondo me sarebbe giusto se ora li facessero anche i medici di famiglia. Oggi il numero di tamponi consegnato dalla Protezione civile è aumentato in maniera importante. Nella Fase 2 saremo molto più organizzati. Basti pensare che siamo passati da un numero di telefono al quale non rispondeva mai nessuno, ai tamponi drive-through (quelli che si fanno direttamente dall'automobile)".

Ci sono differenze tra l'inizio della pandemia e ora anche per quanto riguarda i medici di famiglia?

"Sicuramente si. Intanto sono stati provvisti di presidi di protezione. Poi credo il loro sia un ruolo fondamentale nel rapporto con il paziente. Anzi ne approfitto per dire a tutti: ai primi sintomi come tosse, mal di gola, generici sintomi influenzali e anche diarrea e vomito restate a casa, non incontrate nessuno, neanche i familiari e chiamate subito il vostro medico di famiglia".

Il vero grande problema di questo coronavirus è che è ancora poco conosciuto e ha dei comportamenti strani...

"E' vero anche per le terapie non abbiamo risultati conclusivi e non sappiamo come andrà avanti. Potrebbe attenuarsi da solo ma anche no. Sembra che la più promettente sia quella con le immunoglobuline ricavate dal plasma delle persone infette, però e molto presto per dirlo. Per il vaccino occorrerà ancora molto tempo".

Vice Ministro, una gran confusione e molte polemiche ha suscitato la possibilità di vedere i "congiunti". Vogliamo chiarire un po'?

"Ma certo...al di là della definizione esatta della parola si tratta di usare il buonsenso. E' stato chiarito il fatto dei fidanzati, ma io aggiungo si può incontrare anche un amico. Ci sono persone che vivono sole. Possono andare da un amico. Questo non vuol dire andare con lui a fare una passeggiata o bere una birra fuori o andarsi a fare una grigliata in giro. Le parole molto spesso vengono strumentalizzate".

Questo vale anche per le visite tra parenti? Spesso tra familiari o tra vicini di casa manca la percezione del pericolo di contrarre l'infezione...

"E' vero, ma se ad esempio una nonna è rimasta in casa per quindici giorni, sta bene, non ha incontrato nessuno, può andare a trovare il figlio o i nipoti purché anche questi siano rimasti isolati, stiano tutti bene, abbiano indossato le mascherine...insomma abbiano rispettato le regole. Torno a ripetere, servono responsabilità e buonsenso. Se tutti si attenessero a questi due principi non servirebbero più neanche le autocertificazioni. Bisogna rendersi conto che più ci atteniamo alle regole...prima ne usciamo. E questa è la volontà di tutti".

di Manuela Lucchini
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