La crisi di Governo lascia in sospeso anche il destino di quello che è già stato ribattezzato decreto luglio, un provvedimento con nuovi interventi per attenuare gli effetti del caro-prezzi su famiglie e imprese. Al sicuro invece il bonus 200 euro, varato da tempo e con la procedura per la distribuzione già avviata, e il decreto aiuti, appena approvato definitivamente dal Senato, che contiene fra l'altro nuovi aiuti contro il caro energia, margini più alti per poter accedere alla rateizzazione delle cartelle fiscali e un nuovo allentamento nel meccanismo di cessione dei crediti d'imposta derivanti da superbonus e bonus edilizi. Tra le novità anche alcune correzioni sul reddito di cittadinanza. In pratica, dopo due no ad offerte "congrue", sia pubbliche che private, se si vorrà mantenere il beneficio, si sarà costretti necessariamente ad accettare. Con il terzo no, infatti, non si avrà più diritto all'assegno. In tema di enti locali, inoltre comuni e province potranno usare i proventi di multe e parcheggi per pagare le bollette di scuole, impianti sportivi e illuminazione pubblica.
Il nuovo decreto
Il varo del nuovo decreto è atteso invece per fine mese.
L'ipotesi bonus 200 euro bis
La base di partenza al momento sarebbe determinata dalla dote da 8,5 miliardi che emerge dal disegno di legge di assestamento del bilancio approvato a fine giugno e presentato alle Camere. Il buon andamento delle entrate fiscali, comprese quelle dell'Iva, cresciute di pari passo con i prezzi, permette di avere uno spazio di bilancio non indifferente che, con qualche spinta in più, potrebbe arrivare fino a 10 miliardi di euro. «Una cifra plausibile» aveva detto nei giorni scorsi la sottosegretaria all'Economia, Maria Cecilia Guerra, secondo cui il provvedimento non è a rischio e le ipotesi allo studio sono ancora tutte aperte, come per esempio l'eventualità di riproporre il bonus da 200 euro che verrà versato nelle buste paga di questo mese a oltre 30 milioni di italiani. Una misura che da sola, nella versione del decreto aiuti, vale 6,8 miliardi e che potrebbe fare la differenza nel pagamento delle bollette di luce e gas per chi ha un salario o una pensione bassa.
Il cuneo fiscale
Ma l'entità delle risorse richieste è appunto talmente alto da sollevare dubbi sull'opportunità di estenderla anche ad agosto. Non è poi escluso peraltro che già a luglio possa vedersi un piccolo anticipo del taglio del cuneo fiscale in vista del più ampio e strutturale intervento atteso in manovra e per cui le risorse potrebbero essere consistenti: la cifra di 5-6 miliardi costituisce infatti un minimo da cui partire ma è chiaro che la soluzione della crisi in un senso o nell'altro potrà lasciare o meno la misura tra quelle contenute nel provvedimento. C'è poi da valutare la riduzione, se non l'azzeramento, delle aliquote Iva sui beni di largo consumo, dai farmaci agli alimentari. Contro il caro-benzina sicuramente verrà mantenuto lo sconto sulle accise almeno per altri due mesi mentre sarebbero tutelate le aziende energivore.
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