Bollette, la crisi del Mar Rosso mette a rischio i tagli di gennaio: ecco come cambiano i prezzi

Tabarelli: può sfumare la riduzione del 4% per il gas prevista a inizio anno

Bollette, la crisi del Mar Rosso mette a rischio i tagli di gennaio: ecco quanto possono salire i prezzi
di Roberta Amoruso
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Martedì 19 Dicembre 2023, 00:08

Gli attacchi nel Mar Rosso non si fermano e per le bollette torna lo spettro rincari. Se il blocco del canale di Suez non dovesse risolversi entro fine anno si deve mettere in conto di veder sfumare l’atteso taglio delle tariffe del gas a gennaio, intorno al 4%, con altrettanto bonus dimezzato per il primo trimestre 2024 della luce. In questo caso da un calo previsto nell’ordine dell’8% si scenderebbe a meno 4-5% nel conto dell’elettricità. «Si rischia di interrompere la tendenza forte al ribasso», avverte il presidente di Nomisma Energia, Davide Tabarelli. Ma le conseguenze potrebbero essere ben più pesanti, con effetti devastanti su commercio mondiale e prezzi, se davvero il caso Houti dovesse durare più a lungo, Del resto, aggiunge Tabarelli, sulla rotta Asia-Africa-Europa transita il 10-13% del commercio mondiale. Sempre da qui passa almeno il 20% delle importazioni di gas e petrolio in Europa. E ancora guardando al Gnl (Gas naturale liquefatto), transita dal Mar Rosso per arrivare a Rovigo, soprattutto dal Qatar, il 10% dei consumi energetici italiani.

L’ESCALATION

Gli attacchi a navi e container da parte dei droni dei ribelli Houti dello Yemen sono stati liquidati come casi isolati fino a qualche giorno fa, prima che si intensificassero le minacce. Neanche i prezzi di gas e petrolio avevano reagito. Ma quando ieri anche il colosso petrolifero britannico e multinazionale Bp, dopo Equinor, ha deciso di sospende il suo traffico di petroliere attraverso lo stretto di Suez per i crescenti rischi per la sicurezza della navigazione, sono apparsi all’improvviso molto più evidenti i rischi di un’escalation con conseguenze mondiali. Gli effetti sui costi di trasporto delle merci e delle materie prime di chi può essere costretto a circumnavigare l’Africa si vedranno eventualmente più in là, se il caso non sarà chiuso in fretta, ma intanto la prima impennata dei prezzi del gas e del petrolio è già agli atti. E può costare presto molto caro alle bollette di famiglie e imprese, fino ad innescare una nuova spirale di rialzi e speculazione. 

Per ora sono solo previsioni che passano dalle analisi a caldo degli economisti: difficile dare ora una dimensione certa dei rischi.

Ma è certo che il maggior rischio per l’Europa parte dalle minacce ai carichi di Gnl sulla rotta, Africa, Asia, Europa. 

I continui attacchi degli Houthi, la milizia filo-iraniana che controlla buona parte del nord-ovest dello Yemen, alle navi collegate a Israele, valgono per ora un incremento del prezzo del gas sul mercato di Amsterdam che ha superato ieri 10% per poi assestarsi a circa +7%, a 35,5 euro per megawattora. Per il petrolio, dopo una fiammata che l’ha portato +4%, il rialzo si è poi ridotto al +2,5% col Wti a 73,6 dollari al barile e il Brent a 78,6. 

A spingere le quotazioni, per la verità, è stato anche l’annuncio della Russia di tagli più profondi alle esportazioni di petrolio a dicembre. Ma se finora se si è evitata una vera escalation dei prezzi è anche grazie alla domanda di metano europea che resta bassa con stoccaggi ancora pieni all’88,8%. Mentre per quanto riguarda il greggio, il boom del fracking americano sta riducendo un pericolo di deficit dell’offerta, calmierato comunque dalla debolezza cinese.

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«Alla luce del deterioramento della situazione di sicurezza nel Mar Rosso, sospendiamo temporaneamente tutti i transiti attraverso il Mar Rosso», ha fatto sapere Bp. Ma già nel fine settimana scorso quattro delle più grandi compagnie di navigazione del mondo hanno annunciato la sospensione dei viaggi attraverso il Mar Rosso dopo una serie di attacchi da parte delle truppe yemenite. Maersk Tankers, Moller-Maersk, Hapag-Lloyd e Msc hanno comunicato che le loro navi eviteranno il Canale di Suez finché non si troverà il modo di bloccare il lancio disordinato di missili contro navi battenti bandiera di Stati giudicati colpevoli di non prendere le distanze da Israele in guerra con la Gaza governata da Hamas, alleata di Iran e appunto Houthi. Secondo S&P il costo dei viaggi, escludendo il Mar Rosso, può aumentare fino al 12%, mentre la durata salirebbe di circa un paio di settimane. Secondo la US Energy Information Administration, nella prima metà del 2023 da Bab al-Mandeb sono transitati 8,8 milioni di barili al giorno di petrolio e 116 milioni di metri cubi/giorno di Gnl.

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