Auto green, passa la linea italiana: «Ci sarà più tempo per Euro 7»

Via libera dei ministri dell'Industria all'intesa sulle emissioni inquinanti diverse dalla CO2

Auto green, passa la linea italiana: «Ci sarà più tempo per Euro 7»
di Gabriele Rosana
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Martedì 26 Settembre 2023, 06:30

BRUXELLES Arriva l'allentamento sugli standard Euro 7 per le vetture. Superando il no della Germania, i ministri dell'Industria dell'Ue riuniti ieri nel Consiglio Competitività hanno approvato ieri il testo di compromesso sulle emissioni inquinanti diverse dalla CO2 predisposto dalla Spagna, che ha la presidenza di turno dell'organismo: la svolta attenua la stretta proposta dieci mesi fa dalla Commissione e dà più tempo ai costruttori per adeguarsi alla normativa di settore. Passa insomma, a maggioranza, la linea italiana, costruita di sponda con Francia e Repubblica Ceca e altri cinque Paesi (Polonia, Ungheria, Slovacchia, Romania e Bulgaria): è quello che il ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso, lasciando Bruxelles, chiama «il fronte della responsabilità» che fa «prevalere la ragione sull'ideologia».

LA LINEA

Un'impostazione condivisa dalla filiera automobilistica, con il presidente dell'Anfia Roberto Vavassori che si dice soddisfatto dell'accordo e dall'approccio «pragmatico e razionale».

In minoranza si è trovata, invece, una ristretta pattuglia del nord capitanata da Berlino e composta da Danimarca, Austria, Paesi Bassi e Lussemburgo. Per la Germania sarebbe, tuttavia, in arrivo un premio di consolazione, visto che l'esecutivo Ue ha quasi messo a punto le regole sui combustibili sintetici chieste a gran voce dai tedeschi. Nel testo adottato dai ministri, che adesso dovrà essere negoziato con gli europarlamentari prima di diventare definitivo, vengono eliminati i vincoli più restrittivi immaginati dall'esecutivo Ue per le emissioni dei tubi di scarico delle auto: per volere dei governi, rimarranno validi anche per l'Euro 7 i valori già stabiliti nel quadro degli standard Euro 6 per auto e furgoni. E vengono allungati i tempi prima che scattino gli obblighi di adeguamento alla normativa in capo alle aziende dell'automotive: salta la scadenza giudicata fin troppo ravvicinata del 1° luglio 2025, rinviata a 30 mesi (dai 24 inizialmente ipotizzati dai governi) dopo l'entrata in vigore del regolamento.

La principale ragione, spiegano a Bruxelles, è legata alla necessità di «ridurre i costi per le imprese in un momento in cui i costruttori di autovetture sono in una fase di trasformazione» verso l'elettrico, dopo lo stop al motore a diesel e benzina dal 2035. Inoltre, fanno notare fonti del Mimit, su pressing italiano, nel compromesso è stato inserito un correttivo per far sì che il criterio secondo cui definire i produttori di piccoli volumi - per cui si prevedono ulteriori deroghe come la sostituzione delle prove in sede di omologazione con dichiarazioni di conformità - tenga conto solo della produzione su scala europea e non sul piano globale. Per il nostro Paese, si tratta di strappare più tutele per la filiera di alta gamma (tra cui Ferrari, Maserati e Lamborghini) che costruisce circa 50mila vetture l'anno. Invariata, invece, la maggiore novità di Euro 7 con l'obiettivo di migliorare la qualità dell'aria: lo standard non regolamenta solo i gas di scappamento, ma pure le emissioni di particolato prodotte da freni e pneumatici.

IL CAMBIAMENTO

La battuta d'arresto su Euro 7 era diventata in questi mesi uno dei principali simboli della "fase 2" del Green Deal. Il cambio di passo formalizzato ieri, per Urso è anche sintomo di un nuovo corso politico: da quando il gran capo della strategia verde Ue «Frans Timmermans ha lasciato questi dossier», dimettendosi dall'esecutivo Ue per correre come premier alle legislative olandesi - ha detto -, «l'Europa s'è messa sulla carreggiata giusta, quella della responsabilità», che consente di «coniugare al meglio la transizione elettrica con la sostenibilità del nostro sistema sociale e produttivo».

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