LE MODALITÀ
Insomma le novità per gli statali sembrano non finire: oltre al Testo Unico, in arrivo alla fine della settimana, ci saranno quindi misure per migliorare la conciliazione vita-lavoro. In realtà anche il rinnovo dei contratti potrebbe riservare qualche sorpresa in materia, magari giocando sulla flessibilità oraria. Intanto si parte da quanto detta la riforma Madia, in cui si stabilisce che, laddove ci siano richieste, almeno il 10% dei dipendenti entro il 2018 debba essere messo in condizione di prestare servizio attraverso nuove modalità spazio temporali di gestione del lavoro. Oggi, ultimi dati del Conto annuale della Ragioneria dello Stato, la quota di statali in telelavoro è quasi pari a zero.
LA MISURA
Basti pensare che lo schema flessibile più tradizionale, il part time, è al 5,6%. Non solo, la capacità di organizzare l'ufficio tenendo conto delle necessità di chi è genitore dovrebbe rientrare nei canoni di valutazione del team. Senza perdere d'occhio l'efficacia e l'efficienza del servizio, per cui l'impatto dello smartworking sarebbe soggetto a un monitoraggio specifico. Le questioni saranno affrontare nella direttiva, a cui sta lavorando la ministra della Pubblica amministrazione, Marianna Madia, insieme a Maria Elena Boschi, che ha la delega alle pari opportunità. La conciliazione vita-lavoro non dovrebbe essere invece toccata dal nuovo Testo Unico del pubblico impiego, che oggi sarà al centro del confronto con Cgil, Cisl e Uil. L'approdo del decreto in consiglio dei ministri è previsto alla fine della settimana (ma c'è tempo fino al 28). Sempre sul fronte della riforma della P.a, mercoledì dai dirigenti degli enti territoriali, rappresentati dalla sigle Direr e Direl, arriverà un proposta: suggerimenti in caso rispunti fuori un provvedimento dedicato alla categoria.