Famiglie, più detrazioni per i figli e maggiori fondi contro la povertà

Famiglie, più detrazioni per i figli e maggiori fondi contro la povertà
di Luca Cifoni
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Domenica 8 Ottobre 2017, 00:05 - Ultimo aggiornamento: 9 Ottobre, 10:37

Il tema compare naturalmente nelle risoluzioni parlamentari con le quali è stata approvata la Nota di aggiornamento al Def. E nello stesso documento del ministero dell’Economia si parla di «rafforzamento delle misure per il sostegno delle famiglie». Ma per un intervento complessivo (e incisivo dal punto di vista finanziario) sugli strumenti di sostegno al nucleo familiare bisognerà aspettare la prossima legislatura.

Come spiegato pochi giorni fa dallo stesso ministro Padoan, nella prossima legge di Bilancio ci sarà spazio essenzialmente per un rafforzamento del reddito di inclusione, destinato sì alle famiglie ma in particolare al segmento più povero. Altri fondi dovrebbero essere dirottati sulle situazioni di non autosufficienza, che pure toccano un certo numero di nuclei. Mentre si sta valutando la fattibilità di una misura “al margine” ma molto attesa, ovvero l’innalzamento del limite di 2.840,51 euro sotto il quale un familiare è considerato a carico nella dichiarazione dei redditi: portarlo più in alto vorrebbe dire permettere alle famiglie di fruire di maggiori detrazioni. Altri interventi sull’Irpef non sono in agenda, perché il governo Gentiloni ha deciso di concentrare le risorse sulla riduzione del costo del lavoro a beneficio dei giovani, attraverso il taglio degli oneri contributivi.

IL FONDO
Sul fronte della lotta contro la povertà la manovra che sarà approvata dedica alla voce “Coesione sociale” 600 milioni nel 2018, destinati poi a diventare 900 e 1.200 nei due anni successivi. L’apposito fondo di bilancio per la lotta alla povertà dispone attualmente di 1,7 miliardi per il prossimo anno, che diventeranno 1,85 in quello seguente. La grandissima parte di queste risorse servirà a far partire il reddito di inclusione, il nuovo strumento di sostegno che, pur non avendo valenza esclusivamente monetaria, prevede un beneficio da 187,5 a 485,41 euro mensili a secondo del numero dei figli. Le risorse sono consistenti ma non sufficienti a raggiungere tutti i nuclei a rischio di povertà: gli stanziamenti in preparazione dovrebbero rafforzare soprattutto la dote del 2019 e del 2020. Dalla stessa posta si dovrebbe attingere per la cosiddetta non autosufficienza, situazione in cui si trovano disabili gravi ed anche anziani: un’esigenza che ogni autunno le varie associazioni sono costrette a ricordare.

Per quanto riguarda l’Irpef, l’attuale soglia dei 2.840,51 euro era stata fissata nel 1995, quando in realtà era espressa in lire (5.500.000). Chi ha un reddito anche di poco superiore a questo importo non viene considerato fiscalmente a carico nell’ambito di una famiglia: questo vuol dire che se un figlio o anche uno dei coniugi hanno lavoretti a tempo parziale o anche saltuari non si vedono tassare quel reddito ma fanno perdere la relativa detrazione a chi nel nucleo familiare ha la maggiore quota di entrate: si tratta di centinaia di euro in meno l’anno a seconda dell’entità del reddito principale. Fino a 22 anni fa questo valore veniva aggiornato periodicamente, per seguire l’andamento delle retribuzioni: basta ricordare che da allora il livello dei prezzi è salito - cumulativamente - del 50 per cento e dunque i cinque milioni e mezzo di lire sarebbero diventati circa 4.300 euro per il solo effetto dell’inflazione.

SITUAZIONI DELICATE
Ci sono poi situazioni particolarmente delicate, come quelle in cui la pensione di reversibilità percepita dai figli per il genitore morto, anche se di importo modesto, fa perdere le detrazioni Irpef a quello sopravvissuto.

In tempi recenti anche in seguito ad interrogazioni parlamentari era stato preso in considerazione l’ipotesi di aggiornare l’importo verso quota 5 mila ma un innalzamento generalizzato veniva considerato dal ministero dell’Economia troppo oneroso in termini di gettito: è probabile però che sia fatto almeno un piccolo passo in quella direzione. Dall’anno prossimo invece si potrebbe iniziare a discutere di una più generale riforma dell’Irpef che guardi anche alle famiglie nel loro insieme.

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