Bonus bebè e assegni: la giungla degli sconti

Bonus bebè e assegni: la giungla degli sconti
di Luca Cifoni
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Domenica 8 Ottobre 2017, 10:12 - Ultimo aggiornamento: 30 Novembre, 12:30
Quanto vale un figlio? Messa in questi termini, la domanda può apparire brutale o sconveniente. Ma siccome è diffusa la convinzione che il crollo delle nascite nel nostro Paese sia connesso almeno in parte alle politiche fiscali e sociali che i governi hanno fatto (o non fatto), può essere un utile esercizio provare a quantificare con precisione il sostegno finanziario che lo Stato riconosce ai nuclei familiari con minori, sotto forma di riduzioni di imposta e assegni.

Un sostegno spesso giudicato insufficiente, soprattutto se confrontato con quanto investono su questa voce altri Paesi europei. Ma che a ben guardare non è certo insignificante, soprattutto dopo le novità legislative degli ultimi tempi: di fatto però viene disperso su molti canali, con procedure multiple e criteri non armonizzati tra di loro. I tentativi di razionalizzazione (come il disegno di legge tuttora fermo in commissione al Senato) si sono fin qui arenati ed ha prevalso la logica del bonus estemporaneo.

LE COMUNICAZIONI
Caliamoci nel concreto considerando una famiglia monoreddito con entrate pari a 24 mila euro lordi l'anno (imponibile fiscale), formata da padre, madre e due figli. Cosa cambia per loro se ne nasce un terzo? Già prima del lieto evento, dopo il settimo mese di gravidanza, può scattare in realtà il premio alla nascita, recentemente introdotto: sono 800 euro non legati al reddito e quindi destinati potenzialmente a tutte le mamme italiane. La domanda va fatta all'Inps presentando l'opportuna certificazione medica.

Quando poi il bambino viene al mondo, il padre lavoratore dipendente (se è lui il percettore di reddito) deve ricordarsi di presentare nuove comunicazioni al datore di lavoro per il riconoscimento delle ulteriori detrazioni Irpef e dell'assegno al nucleo familiare maggiorato rispetto a quello precedente: entrambi hanno effetto sulla busta paga mensile. Nel caso dell'Irpef il terzo figlio (che ovviamente è minore di tre anni) riduce l'imposta netta annuale da 2.546 a 1.510 euro, dunque con un beneficio di 1.036 euro.

Quanto all'Anf, è calcolato non sul reddito Irpef personale ma a livello familiare su una base leggermente più ampia: ipotizzando comunque che i valori coincidano, in assenza di altri redditi significativi, l'assegno mensile riconosciuto passa da 167,33 a 294,5 euro, con un incremento che su un anno vale 1.526 euro. Ma poi c'è da chiedere, di nuovo all'Inps, il cosiddetto bonus bebè, in vigore per i nati tra il 2015 e il 2017 per i primi tre anni di vita. Qui il criterio non è il reddito Irpef ma l'Isee, indicatore di situazione economica equivalente. La nostra famiglia monoreddito si colloca sicuramente sotto il tetto dei 25 mila euro di Isee (ma non quello dei 7.000 che darebbe diritto a un assegno doppio): le spettano allora 960 euro l'anno per tre anni.

IL NUOVO SUSSIDIO
Da quest'anno c'è anche un ulteriore sussidio finalizzato alla frequenza dell'asilo nido con un importo massimo di 1.000 euro: anche in questo caso la domanda va fatta all'Inps, ma sempre con una procedura online diversa dalle precedenti. Non c'è limite di reddito per la famiglia ma un tetto di spesa complessivo: quindi è sicuro di farcela chi fa domanda prima. Sommando i benefici che spettano per le cinque diverse prestazioni solo nel primo anno di vita (o di utilizzo dell'asilo nel caso di questo ultimo bonus) si arriva alla somma di 5.322 euro. L'importo totale risulta un po' più basso, 4.541 euro, se il neonato è il primo figlio, per il quale gli importi della detrazione Irpef e dell'assegno al nucleo familiare sono meno generosi. Ma nel caso della famiglia più numerosa, c'è un'ulteriore possibilità.

In assenza di casa di proprietà e di investimenti rilevanti, con un affitto da pagare e un livello di reddito appena un po' inferiore a quello che abbiamo preso in considerazione, il nucleo potrebbe scendere sotto un Isee di 8.556 euro, soglia entro la quale si ha diritto ad un'altra prestazione, un assegno per i nuclei con almeno tre figli pagato dall'Inps ma concesso dal Comune di residenza, al quale va fatta domanda: sono 141,30 euro al mese per 13 mensilità, quindi 1.837 l'anno, che porterebbero il beneficio totale per la nascita del terzo figlio sopra i 7 mila euro. L'assegno dei Comuni per i nuclei numerosi ha avuto nel 2015 circa 211 mila beneficiari, più di metà dei quali nel Mezzogiorno: includendolo e tralasciando altri sussidi minori, si arriva a sei diverse forme di sostegno alla famiglia ed alla natalità.
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