Frida mamma coraggio: «Presidente Mattarella mi aiuti, mi portano via la mia bambina»

Frida mamma coraggio: «Presidente Mattarella mi aiuti, mi portano via la mia bambina»
di Franca Giansoldati
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Giovedì 3 Dicembre 2020, 18:40 - Ultimo aggiornamento: 18:52

Il tempo stringe, la prospettiva che le venga tolta la bambina e l'impotenza di non riuscire a fermare un meccanismo infernale ha fatto rompere ogni indugio a Frida, mamma coraggio. «Signor Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Signor ministro
della Giustizia, Alfonso Bonafede, senatrice Valeria Valente, Presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, faccio appello al vostro intervento nella dolorosa vicenda che vede protagonista una bambina di soli quattro anni, mia figlia». Il caso terribile denunciato anche dal Comitato Madri Contro la Violenza Istituzionale è un concentrato di buchi neri e, proprio per questo, è finito in passato davanti alla Commissione contro il femminicidio. Ora c'è un nuovo imprevisto ostacolo. Una sentenza che presto le toglierà la bambina alla mamma giudicata colpevole per «eccesso di difesa», vale a dire per avere portato in Parlamento la sua vicenda fatta di violenza e sopraffazione.

 Al centro della vicenda è la sentenza del 17 novembre scorso che ha affidato la piccola ai Servizi Sociali, avvalorando le perizie che descrivevano Frida come 'alienante'. Da qui la decisione di appellarsi direttamente al Capo dello Stato. 

Pensare che la sua bambina, alla nascita, venne riconosciuta solo dalla madre, visto che l'ex compagno voleva che abortisse. Il padre della bambina decise di farsi avanti con la mamma quando la piccola aveva già qualche mese e, in parallelo, per Frida - stimata professionista - iniziava un calvario di violenze fino ad essere condannata perchè il suo «contegno processuale ed extra-processuale» ha «travalicato i limiti dell'esercizio del diritto di difesa' per l'aiuto chiesto alla deputata Veronica Giannone e proprio alla stampa» si legge. 

«Mia figlia, riconosciuta solo da me alla nascita, e' vittima di un procedimento civile i cui i giudici riuniti in Collegio, hanno firmato una sentenza destinata a ridurre in silenzio tante madri vittime di violenza e rivittimizzazione da parte delle Istituzioni. Il Tribunale di Venezia mi ha sottoposta a due consulenze tecniche d'ufficio (Ctu) che diagnosticano un conflitto di lealta' in capo a una bambina che non ha mai vissuto all'interno di una triade familiare e descrivono me come una madre simbiotica e ostativa, termini che evocano senza ombra di dubbio il costrutto ascientifico dell'alienazione parentale» scrive Frida.

La Ctu, in un primo mometo, e' stata annullata per gravi vizi. «Nonostante tutto - scrive ancora Frida nella sua missiva a Mattarella - i giudici hanno ritenuto di accogliere tutte le conclusioni del Ctu abdicando completamente la giurisprudenza per piegarsi ai dogmi della psicologia giuridica. Il riconoscimento e' stato cosi' concesso, non sulla base di accertamento biologico di paternita', ma sulla valutazione di idoneita' genitoriale formulata a dispetto di qualsiasi prova documentale, mai acquisita, circa la sofferenza di mia figlia e i comportamenti disfunzionali del presunto padre». 


Continua Frida con amarezza: «I giudici hanno cosi' emesso una sentenza estremamente punitiva con la quale vengo condannata alle spese processuali, a quelle di lite temeraria (come se il procedimento lo avessi avviato io invece che averlo subito) e a un risarcimento danni per un importo di circa 40.000 euro. La mia storia e' purtroppo l'emblema di un sistema patriarcale in virtu' del quale un uomo puo' in qualsiasi momento decidere di riconoscere un figlio che non aveva voluto e di cui si e' disinteressato completamente, ma soprattutto quello di una bigenitorialita' che viene imposta a forza senza la minima considerazione del contesto familiare e delle situazioni di violenza. In barba a qualsiasi Convenzione internazionale per la tutela di donne e bambini. Eppure la Convezione di Istanbul e' legge dello Stato Italiano, mentre non lo sono i numerosi protocolli di psicologia forense citati nelle relazioni dei consulenti tecnici d'ufficio». 

La Corte veneziana affida cosi' una bambina serena e con un profilo cognitivo superiore alla media (a detta dello stesso Ctu), che ha sempre vissuto serenamente con la sua mamma ai Servizi Sociali territoriali. 

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