Elnaz, la campionessa di climbing iraniana che ha sfidato il regime gareggiando con i capelli al vento, portata in prigione

Credit: International Federation of Sport Climbing
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Martedì 18 Ottobre 2022, 10:42

L'Iran continua il suo cammino repressivo, pesante e violento. Stavolta a farne le spese è Elnaz Rekabi, la regina del climbing, l'atleta iraniana che ha partecipato domenica senza hijab alla competizione di arrampicata nella capitale sudcoreana. Le autorità hanno stabilito che per punizione deve essere trasferita direttamente da Seul nella famigerata prigione di Evin a Teheran. Lo rivela IranWire, sito di giornalisti dissidenti iraniani. Secondo IranWire, Reza Zarei, il capo della Federazione di arrampicata iraniana, ha tratto in inganno la giovane atleta e con un pretesto la ha portata dall'albergo di Seul all'ambasciata iraniana. Zarei aveva ricevuto ordini dal presidente del Comitato olimpico iraniano Mohammad Khosravivafa. Khosravivafa, che ha agito su input del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie iraniane. 

In Iran l'hijab è obbligatorio anche per le donne iraniane nelle competizioni sportive anche quando rappresentano all'estero il proprio paese. «Elnaz aveva deciso di apparire senza l'hijab circa un mese fa e sapeva che avrebbe gareggiato senza l'hijab obbligatorio», ha detto una fonte a IranWire aggiungendo che la donna non ha chiesto asilo «perché suo marito è in Iran e voleva tornare dopo la competizione. Prende sempre decisioni così audaci». Il capo della Federazione di arrampicata iraniana Reza Zarei, che in precedenza era un membro del Ministero dell'Informazione, ha promesso a Elnaz che se le avesse consegnato il passaporto e il cellulare, l'avrebbe portata in Iran rapidamente, senza rischi e senza renderlo pubblico. Ma, spiega una fonte di IranWire, «sappiamo cosa fanno le ambasciate della Repubblica islamica. La porteranno direttamente all'aeroporto e la riporteranno in Iran».

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