I MOMENTI DIFFICILI
Momenti belli, ma anche difficoltà, soprattutto fisiche. Perché nonostante abbia assunto sali minerali, gel, barrette, una banana, quasi dieci litri d'acqua, Fabio ha spinto il proprio corpo davvero al limite. Tre le crisi alle quali il 36enne ha dovuto rispondere con la forza di volontà, con la tigna che lo contraddistingue e che, ancora una volta, è stata la sua salvezza. «La prima crisi l'ho avuta al 47° chilometro racconta l'atleta dell'Airone, Gruppo podistico Monti della Tolfa perché faceva caldo e faticavo da matti. La seconda al 60°, quando la gamba sinistra mi si è indolenzita. Ma il momento peggiore è stato tra l'80° e il 90° chilometro: la gamba era completamente paralizzata. L'ho trascinata per il resto della gara. Ho pensato di ritirarmi, ma la testa mi diceva di essere forte e di continuare. E e così ho fatto. Fisicamente è stata devastante: ho bruciato 6.500 calorie e perso 4 chili».
L'IDEA DEL GUINNESS
Quella portata a termine da Fabio Faggiani è un'impresa unica al mondo. Da Guinness dei primati, col cui comitato si sta parlando per un'eventuale replica. «Nonostante le sofferenze afferma Fabio rifarei l'impresa, ma solo se servisse a entrare nel Guinness. È stata un'esperienza introspettiva, un viaggio mistico di 14 ore dentro me stesso. È inspiegabile ciò che si prova. Da un certo punto in poi, pesa tutto: canottiera, pantaloncini, perfino i capelli. È stata durissima, ma non ho mollato». Come detto, Fabio ha corso nel salotto di casa a Tolfa, dove c'erano la moglie Laura, che ogni ora condivideva l'impresa con dirette sui social, la cognata e il cognato, e il cortile del palazzo. Il finale, in solitaria, nella veranda. «Ho chiesto di stare solo racconta ne avevo bisogno. Ma in tantissimi mi hanno sostenuto: mia moglie, che è stata sempre al mio fianco, mia cognata, mio cognato che ha corso con me un paio di giri e ha aperto lo spumante all'arrivo, i vicini di casa, il mio allenatore Ilio che in lacrime chiedeva di fermarmi dopo i 100 km perché era preoccupato. E poi i miei genitori, che dal cielo mi hanno spinto fino alla fine di questa stupenda storia».
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