Civitavecchia, il ricatto al venditore di auti: spunta il quarto uomo

L'indagine condotta dai carabinieri
di Stefano Pettinari
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Domenica 17 Maggio 2020, 12:44
Spunta un quarto uomo nel caso della tentata estorsione ai danni dei titolari di una concessionaria auto. È la novità che emerge dall'indagine coordinata dal sostituto procuratore Mirko Piloni e condotta dai carabinieri, che ha già portato all'arresto di tre persone, Angelo Mammoli, Filippo Piersigilli e Andrea Bonifazi. I tre sono poi tornati in libertà dopo che il gip ha deciso al termine dell'udienza di convalida di adottare la misura di non avvicinamento di almeno cento metri dalla presunta vittima. Tutti e tre, comunque, secondo l'ipotesi della magistratura, avrebbero minacciato di far saltare in aria la concessionaria e uccidere il titolare, se questi non avesse pagato il dovuto a Mammoli dopo che gli aveva restituito una macchina comprata qualche mese prima. Il quarto uomo, secondo quanto avrebbero scoperto gli inquirenti, sarebbe un pregiudicato civitavecchiese che sarebbe stato contattato da Mammoli. A lui infatti avrebbe chiesto di fornirgli i nomi di due persone che avrebbero dovuto aiutarlo a minacciare il titolare della rivendita. Il pregiudicato avrebbe indicato a Mammoli i nomi di Piersigilli e Bonifazi. Poi li avrebbe contattati, spiegando la situazione e quello che avrebbero dovuto fare, quindi li ha messi in contatto con Mammoli.
Il lavoro degli inquirenti, dunque, adesso si starebbe spostando su questo. Ma non solo. C'è anche un altro aspetto su cui stanno concentrando l'attenzione. Soldi falsi. Sembra infatti che Mammoli, dopo aver incassato la prima tranche di denaro per la restituzione dell'auto che aveva acquistato dal concessionario, si fosse presentato qualche giorno dopo dai carabinieri, affermando che quelle banconote erano false. Non solo, ma Mammoli avrebbe anche detto di aver visto una notevole quantità di denaro contante nell'ufficio della concessionaria e che secondo lui anche quei soldi erano falsi. I carabinieri sono andati a controllare, ma non hanno trovato né la quantità di denaro descritta da Mammoli, ma soprattutto le banconote erano assolutamente. Ora gli inquirenti stanno cercando di capire il perché Mammoli abbia fornito quelle dichiarazioni.
 
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