Civitavecchia, al porto esplode la crisi: Cassa integrazione per centinaia di lavoratori dei servizi

Una cinquantina di lavoratori di Port Mobility rischiano il taglio (foto Giobbi)
di Cristina Gazzellini
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Venerdì 1 Maggio 2020, 13:10
«Una situazione insostenibile, se la linea dell'Adsp non cambierà, al termine della Cassa integrazione per l'emergenza Covid, sarò costretto a tagliare una cinquantina di dipendenti». Con queste parole ieri mattina l'amministratore delegato di Port Mobility, Edgardo Azzopardi, ha illustrato la situazione della società alla luce del decreto emanato dall'Authority per i servizi essenziali. «Nel documento ha spiegato Azzopardi si parla di 250 mila euro mensili per una serie di servizi che, come concessionario, sono obbligato a svolgere. Dai 7,4 milioni che erano stati pattuiti per il 2020, si è scesi a questa cifra. Solo per gli stipendi dei primi tre mesi dell'anno per i nostri 130 dipendenti si sono spesi già 2 milioni di euro. Dal 30 marzo ho fatto ricorso alla Cig per 9 settimane, se sarà possibile, proseguiremo ancora ma al termine delle agevolazioni, l'unica soluzione sarà rivedere la struttura della società, che ha la concessione della mobilità fino al 2035».
SINDACATI FURIOSI
Dalla parte di Port Mobility anche i sindacati presenti alla video conferenza che, proprio ieri mattina, hanno ricevuto la comunicazione della volontà di apertura della Cassa integrazione anche per la Pas (la società della sicurezza al 100% di proprietà dell'Adsp in cui lavorano circa 80 persone) e la Seport (società che si occupa di pulizie e decoro dello scalo che conta altri 70 lavoratori). «Siamo arrivati al momento della frattura con l'Adsp ha tuonato Alessandro Borgioni che dice di non avere soldi per pagare i servivi essenziali che, nonostante l'emergenza Covid, vanno comunque garantiti». Dello stesso parere Fabiana Attig dell'Ugl, che ha rincarato la dose anche con la vicenda della richiesta di Cig per la Pas. «Non è assolutamente vero che i servizi sono ridotti. Al contrario sono aumentati, i varchi rimangono aperti e il traffico merci, così come affermato dal presidente dell'Authority di Majo, è in aumento. Agiremo in tutte le sedi opportune per dimostrare che il calcolo ragionieristico per far quadrare i conti dell'Adsp, mettendo a rischio la sicurezza dello scalo, non passerà certo sulla pelle dei lavoratori». «E' il momento che Molo Vespucci spenda, se è a corto di liquidi gli oltre 30 milioni accantonati per i contenziosi ha incalzato il vice sindaco Massimiliano Grasso e il Governo vari un decreto Civitavecchia con liquidità immediata per uno degli scali che hanno sofferto di più in questa fase».
L'ALTRO FRONTE
E se la situazione dal fronte delle società dei servizi rischia di esplodere a scapito dei lavoratori, non va meglio sul fronte delle imprese ex articolo 16. Fumata nera della conference call nella quale il presidente di Majo avrebbe dovuto annunciare novità per il settore merci. «Ci attendevamo, - scrivono Cilp, Spedimar, Bellettieri, Cfft, Cpc - alla luce di quanto dichiarato dal presidente di Majo di aprire il porto, finalmente importanti comunicazioni sui provvedimenti assunti o che si era in procinto di assumere. Nostro malgrado abbiamo amaramente constatato che non sono emerse novità per favorire i traffici. L'unica è che l'ordinanza 28 del luglio 2018, a fronte delle sentenze del Tar, è tornata in vigore e quindi vieta lo sbarco dei container destinati alla Cfft sulla banchina 24 nel caso in cui la 25 Sud sia occupata da altre navi. Un atteggiamento francamente deludente. Evidentemente non ci si rende conto che il porto è una bomba pronta a esplodere, quando il lavoro non c'è e le motivazioni sono riconducibili anche a scelte dall'Adsp la cosa diventa ancora più grave da assimilare per i lavoratori. Con questa condotta chi sta gestendo il porto si assume tutte le responsabilità delle situazioni e dei conflitti sociali che potranno verificarsi». A intervenire sulla crisi dello scalo, anche l'assessore regionale ai Trasporti Mauro Alessandri, per il quale bisogna completare la superstrada e collegamento su ferro e «per sopravvivere vanno vagliate le proposte di imprese e player che vivono nel porto».
 
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