Civitavecchia, al mercato la ripresa è al rallentatore

Il mercato
di Giulia Amato
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Mercoledì 10 Giugno 2020, 15:30
Per far rivivere il mercato cittadino serve un vero progetto di rilancio del settore. Ne sono convinti quanti ci lavorano da anni se non da decenni. Dall'ortofrutticolo al droghiere, dal venditore ittico a quello della carne, compresi gli esercenti di articoli vari che alloggiano sotto la tensostruttura della Palmetta. Il periodo del lokdown ha visto i commercianti del mercato unirsi con l'obiettivo di continuare a servire i clienti, almeno quelli più affezionati, con consegne a domicilio e servizio spesa. «Con questo sistema - spiega Doriana Dotti, titolare di un box nella zona del San Lorenzo - siamo riusciti, anche nel periodo dell'emergenza, a lavorare anche se la contrazione sulle vendite si è fatta sentire». Un calo che, ad esempio, l'esercente Marina Castagnari, dell'omonimo banco di rivendita di pane, ha stimato intorno all'80% nella fase 1 e al 60% per quanto riguarda la fase 2. «Il calcolo è eseguito sugli incassi dei mesi precedenti - afferma - che già risentivano di anni di crisi. Le vendite si sono ridotte e ora confidiamo nell'estate per vedere una prima ripresa».
IL MOVIMENTO NON MANCA
I clienti, comunque, al mercato non sono mai del tutto mancati, neppure durante il lokdown. Anzi, molti cittadini hanno riscoperto il piacere di fare la spesa a piazza Regina Margherita, spesso preferita ai supermercati, in questo periodo, per il fatto di essere un luogo aperto e quindi con minor pericolo di contagio. Ma la crisi economica già in corso a Civitavecchia (il tasso di disoccupazione in città è oltre la media regionale), con il Coronavirus non ha fatto altro che inasprirsi. E la conseguenza è stata un calo importante dei consumi. Se in media giornalmente un cliente del mercato spendeva tra i 20 e i 50 euro, in base ai componenti della famiglia, adesso si accontenta di mettere sulla tavola lo stretto necessario. «Se una spesa tipo - afferma Castagnari - al mio banco, prima dell'emergenza, prevedeva oltre al pane, anche dolci da forno e pizza, oggi non è più così. Il cliente compra solo i cibi per il consumo strettamente giornaliero».
LA DESERTIFICAZIONE
Per i commercianti, soprattutto del San Lorenzo, il periodo è duro e in molti hanno deciso di lasciare abbassata la serranda, unendosi a quanti già lo avevano fatto prima del Coronavirus. Sono una decina i box chiusi all'interno dell'area coperta e anche al mercato ittico ci sono banchi serrati. Una desertificazione che preoccupa quanti, tra mille difficoltà, continuano a lavorare in piazza. Ha retto un po' meglio il settore dell'abbigliamento e dei casalinghi che, nelle prime settimane della ripresa, ha visto tornare molti acquirenti. «Non me lo aspettavo - dice Calogero Cappalonga, operatore della Palmetta - ma tutti i clienti sono tornati. Nelle prime settimane si è lavorato di più, ora la situazione si sta assestando». Ma per tutti rimane un periodo buio. «La ripresa è minima - aggiunge Diego Campetella, titolare di una rivendita di pane al San Lorenzo - e andare avanti così è dura. Serve una vera politica di rilancio del settore». E se i commercianti si dicono pronti a fare la loro parte, dall'altra serve il coinvolgimento dell'amministrazione, sia perché la piazza necessita di interventi di manutenzione, dalla pulizia della tensostruttura alla sistemazione della pavimentazione e dei marciapiedi, sia per contrastare la desertificazione commerciale e cercare nuovi operatori per gli stalli e i box liberi.
 
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