Riccardo De Palo
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di Riccardo De Palo

Wes Anderson, ecco il nuovo film: un omaggio al "New Yorker" con un cast stellare

Bill Murray
di Riccardo De Palo
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Sabato 15 Febbraio 2020, 16:55 - Ultimo aggiornamento: 17:03

Wes Anderson è uno dei registi più evocativi, pittorici e (diciamolo) anche letterari del mondo del cinema; il suo “Grand Budapest Hotel” colpiva per la sua potenza cromatica, ma anche per la profondità espressiva dei personaggi, per l’intreccio riuscito, per la capacità di evocare un mondo e l’inesorabile lavorio del tempo. Per questo, ha causato grande curiosità la notizia del suo prossimo film in uscita, “The French Dispatch”, dedicato alla vita di un settimanale che ricorda molto (anzi è) proprio il New Yorker, la bibbia degli intellettuali americani. 

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Il debutto nelle sale è previsto per la prossima estate (il 24 luglio negli Usa); e il cast è, a dir poco, stellare. Bill Murray nel ruolo del protagonista, Arthur Horowitzer Jr., un personaggio ispirato a Harold Ross, il fondatore del settimanale - uno dei più iconici di sempre - ma che ha anche qualcosa dell'altrettanto leggendario inviato speciale A. J. Liebling; Tilda Swinton, nel ruolo di una critica d’arte, è anche la voce narrante e avverte che «cominciò tutto come una vacanza». Ansioso di lasciare un brillante futuro nelle Grandi Pianure, «Arthur Horowitzer Jr. trasformò una serie di articoli di viaggi nel “French Dispatch”, un resoconto settimanale sulla politica mondiale, le arti (alte e basse) e varie storie di interesse umano». 
 

 


Va da sé che «Horowitzer chiamò i migliori giornalisti “expat” del tempo», interpretati dal coprotagonista Owen Wilson (ovvero Herbsaint Sazerac, un personaggio ispirato a Joseph Mitchell, che per il “New Yorker” creò celebri ritratti di diseredati), Jeffrey Wright di “Westworld” (qui chiamato a interpretare un personaggio molto simile allo scrittore James Baldwin); Benicio del Toro è un detenuto; Adrien Brody interpreta il ruolo di un mercante d'arte, Julian Cadazio, ispirato al britannico Lord Duveen; Timothée Chalamet ha la parte di Zeffirelli, (ma non si tratta del regista morto di recente, bensì di uno studente rivoluzionario); e ci sono anche Frances McDormand (nel ruolo di una giornalista),  Elisabeth Moss, Lea Seydoux, Lyna Khoudri, Jeffrey Wright, Mathieu Amalric, Stephen Park,Fisher Stevens, Griffin Dunne.

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Lo stesso Wes Anderson, ricorda (ovviamente) lo stesso New Yorker in un lungo articolo, è un lettore fedele del settimanale, e vanta una collezione di arretrati che si spinge fino agli anni Quaranta. Di qui la ricostruzione certosina, suddivisa in episodi, rigorosamente ispirata a personaggi reali.  Nella finzione, la rivista è un supplemento del “Liberty, Kansas Evening Sun”; e ricostruisce un’era in cui le edicole erano la massima fonte di notizie: in un fotogramma se ne vede una situata in un luogo fittizio dal nome che è tutto un programma, Ennui-sur-Blasé (che sta per “noia sull’indifferente”). L’effetto nostalgia è assicurato, come in The Post di Steven Spielberg.

 

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