Lampi
di Riccardo De Palo

"La resa dei conti", John Grisham e il delitto inspiegabile

Il film di James Franco "Mentre morivo", da Faulkner
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Domenica 25 Novembre 2018, 18:29 - Ultimo aggiornamento: 19:30
Nell'ultimo libro di John Grisham, "La resa dei conti", Faulkner è onnipresente. Il protagonista, il contadino omicida Pete Banning, legge in cella Scendi, Mosè; suo figlio Joel è un ammiratore del premio Nobel: sfoglia Assalonne, Assalonne, e Mentre morivo «nell'edizione consumata di suo padre» e arriva a chiedere un autografo allo scrittore, quando lo trova seduto al ristorante, a Oxford, Mississippi.
Il maestro del legal thriller cambia genere, ma non troppo. "La resa dei conti" è un romanzo che attinge alla letteratura sudista, e ai melodrammi alla Tennessee Williams. Come in "Un tram chiamato desiderio", ritroviamo il tema della follia, e della proprietà familiare in pericolo; ma soprattutto veniamo catapultati nel primo dopoguerra americano, nella provincia più meridionale e depressa, dove nessuno mette in discussione la segregazione razziale: quando si cerca di valutare la piantagione di cotone dei Banning, gli avvocati che cercano un accordo extragiudiziale parlano di «una delle case più belle della contea. Hanno cinque o sei dépendance, tutte belle, più le attrezzature agricole, il bestiame»; e «i neri» vengono messi in bilancio; «non sono schiavi» anche se, a tutti gli effetti, «di loro proprietà».

Il romanzo si apre in un freddo mattino del 1946, e con la ferma decisione di Pete, eroe pluridecorato, sopravvissuto alla prigionia giapponese, di compiere un omicidio, «inevitabile come il sorgere del sole». La vittima è il reverendo metodista Dexter Bell, che cade sotto i colpi della sua Colt calibro 45. Di fronte alle richieste di spiegazioni, l'assassino ripete soltanto: «non ho nulla da dire», con la protervia di un personaggio di Melville, fermamente deciso a portare i suoi segreti nella tomba. Durante il processo, a passare alla storia è un'altra frase sibillina, che gli costerà cara: «Sapevo cosa stavo facendo». 

Pete ha una moglie, Liza, rinchiusa in un manicomio e impossibilitata a vedere i figli, Joel e Stella; a volte le infermiere la portano al cinema, e le pare di evadere finalmente dalla sua vita di dolore, di fronte alle peripezie (legali, anche nel film) di Katharine Hepburn e Spencer Tracy ne La costola di Adamo. Il gesto di Pete apre una serie di interrogativi. Il figlio, in particolare, cerca di vederci chiaro: perché un eroe di guerra molto popolare in paese ha ucciso un reverendo stimato e amato da tutti?

Grisham fornisce al lettore molti indizi (forse troppi) per la soluzione del mistero; ma il colpo di scena è comunque assicurato. Soltanto dopo il lungo racconto delle peripezie di Pete in guerra - è stata la prigionia a farlo impazzire? - e le conseguenti cause civili per la proprietà contesa, spunterà finalmente la verità.
Ne La resa dei conti, uno dei romanzi più ambiziosi di Grisham, riecheggiano pagine di Harper Lee (Il buio oltre la siepe); e si torna in quella Clanton, Mississippi, in cui l'autore aveva ambientato uno dei suoi primi successi, Il momento di uccidere, trent'anni fa. «Forse Faulkner ne aveva già sentito parlare. Forse l'avrebbe usata in un romanzo».
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