Uno degli aspetti più controversi di Carroll è certamente la natura della sua relazione con le bambine in generale, e il conseguente sospetto di pedofilia. Di certo il libro nacque dalle gite in barca di Carroll (al secolo Charles Lutwidge Dodgson) con le figlie di Henry Liddell, il rettore di un collegio. Le storie fantastiche che raccontò loro, e in particolare a una di queste bambine, Alice Pleasance Liddell, divennero la base dell’opera successiva. Sessualità morbosa? Forse, come suggerito dalla collezione di foto e di ritratti di bambine che lo stesso Carroll possedeva, ma l'ipotesi non è mai stata suffragata da prove definitive. Di certo, nel suo atteggiamento nei confronti dell’infanzia, c’era anche amore (molto vittoriano) per la purezza e l’innocenza. L’autore di Alice nel paese delle meraviglie resta il grande tessitore di trame fantastiche che tanto ha ispirato le generazioni future. Molti fantasy odierni non sarebbero stati scritti allo stesso modo, se non fosse esistito questo libro. Non avrebbero quello stesso germe di follia che contraddistingue le opere di Carroll. Per dirla con lo Stregatto: «Qui siamo tutti matti». A volte può essere un vantaggio.
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