Il World Gin Day si celebra con un distillato che sa di montagna

A partire dal 2009, ogni secondo sabato di giugno, si celebra il World Gin Day. Nata a Birmingham dall’amore che Emma Stokes, fondatrice del blog Gin Monkey, e Neil Houston hanno sempre avuto per il gin, oggi la giornata coinvolge ben 30 Paesi in tutto il mondo per un totale di oltre 200 milioni di persone che condividono le foto sui social con l’hashtag #WorldGinDay

Il World Gin Day si celebra con un distillato che sa di montagna
di Alessandra Iannello
6 Minuti di Lettura
Sabato 10 Giugno 2023, 16:43

Il gin è la star dei cocktail bar con un trend di crescita che, secondo i dati emersi dalla ricerca di Statista Market Insights, lo scorso anno ha generato un fatturato 13,4 miliardi di dollari che, secondo le previsioni, diventeranno 14,87 nel 2023 per sfiorare, nel 2027, i 19,95 miliardi. Per quanto riguarda l’Italia, Paese in cui il distillato è nato oltre mille anni orsono presso la Scuola Medica Salernitana, il consumo per l’anno in corso, secondo il sito americano Statista, si attesterà intorno ai 4 milioni di litri per un giro d’affari di circa 80 milioni di dollari. Il successo del gin è spinto anche dalla possibilità di personalizzare il distillato a seconda dei gusti dei consumatori e delle materie prime del territorio dove viene prodotto. In particolare, ci sono regioni che esprimono al meglio questo concetto. Un esempio è il Trentino - Alto Adige area geografica che racchiude popoli, lingue, tradizioni e gin diversissimi fra loro.

In Alto Adige il gin è bio

Nicolai Wallnöfer, pilota di elicotteri, e sua moglie Ilse hanno acquistato una azienda agricola a Stelvio, nel Parco Nazionale dello Stilfserjoch a circa 1300 mslm alcuni anni fa e da allora si sono dedicati all'agricoltura biologica. Insieme al fratello di Nicolai, Lorin e la moglie Stefanie, è nata l'idea di perfezionare ulteriormente le erbe prodotte in azienda e di ampliare la struttura con una distilleria. L'obiettivo era quello di produrre artigianalmente un gin con certificazione biologica, che catturasse il gusto dell'ambiente alpino e fosse così morbido e scorrevole al palato da poter essere bevuto liscio senza l'aggiunta di tonica. Così, l’alambicco a legna dispone di un cestino per aromi in cui vengono estratti i singoli profumi durante il processo di distillazione. Grazie a questa tecnica, nello Stelvio Gin la nota di ginepro viene ammorbidita e completata da aromi più tenui come quelli dell'achillea. Il risultato è un gin biologico di altissima qualità dall'iniziale freschezza di erbe quali menta, timo e limone che lascia poi il posto alle note fruttate di mela e mirtillo rosso e finisce con una sensazione di miele data dall’achillea.

Quindici anni fa, Florian Rabanser acquistò e restaurò il maso Plunhof a Castelrotto, a 1400 mslm sopra Siusi, e vi fondò Zu Plun una piccola distilleria che da sempre produce gin, rum, distillati e grappe da ingredienti estratti in montagna ma anche da ingredienti provenienti dalle regioni limitrofe, come la Valpolicella o il Lago di Garda. Come il Dol Gin che è ottenuto da essenze botaniche delle Dolomiti o il Gin Giallo dove l’aroma di ginepro è arricchito dal profumo dei limoni del Lago di Garda.

Ispirato dalle Alpi, l’Edelschwarz unisce 17 botaniche accuratamente selezionate da coltivazione biologica con l’acqua di sorgente montana della malga Gompm Alm che si trova a 1800 mslm nel comprensorio escursionistico dell‘Hirzer. Il primo step della produzione è la selezione di ingredienti biologici come bacche, erbe e spezie che vengono fatte macerare in alcol. Segue la distillazione, che avviene in piccoli lotti da 300 litri con l’utilizzo di un alambicco di rame, e la maturazione di due mesi in acciaio inox. Nasce così il London Dry Edelschwarz Bio Gin corposo ed equilibrato con un inconfondibile aroma fine ed erbaceo e il gusto morbido e ben definito.

Ginepro, cedro e mandarino freschi di Sicilia, semi di coriandolo, radice di zenzero, valeriana, angelica, calamo e maestro, rosmarino, semi di cumino, rosa canina, scorze d’arancia e di limone, fiori di lavanda, di sambuco e d‘arancio, camomilla, melissa, menta e Artemisia rosa: ingredienti e botaniche maturate al sole, provenienti da coltivazioni biologiche si fondono nel La vita è bella di Walcher, il primo gin italiano a vincere un premio a all’IWSC - International Wine and Spirit Competition di Londra.

Ignaz Unterthurner ha appreso l’arte distillatoria dai contadini altoatesini che, da sempre, producono “in segreto” distillati per il consumo personale.

Nel 1947, lui e la moglie Luise aprono una distilleria a Marlengo, che venne rilevata, negli anni ‘80, dal figlio Alois e dalla moglie Christine. La coppia decide di produrre distillati da frutti di bosco, anziché dalle tradizionali pere Williams gettando così le basi per l’attuale assortimento. Ora sono Stephan e la moglie Renate a portare avanti questa storia, che conta ormai tre generazioni, con nuove creazioni, come il gin e il rum dell’Alto Adige.

Roner, distilleria di Termeno, ha realizzato Kiku Apple Gin da botaniche e mele Kiku delle Dolomiti con cuore di miele. Per chi preferisce il no-alcool Roner ha creato VIRGinIA il gin analcolico con l’aroma che ricorda un fresco prato di montagna, abbinato al tipico carattere del gin con ginepro, lavanda e menta.

In Trentino per gustare il gin dell’Imperatrice d’Austria

Un London Dry dall’anima trentina è Tovel’s gin. Il nome Tovel proviene dal lago di origine glaciale nel cuore del Parco Naturale del Brenta, vicino al quale si trova la Distilleria Valentini. Questa distilleria nacque nel 1872 quando la Val di Non faceva ancora parte dell'Impero Austro-Ungarico. Fondamian Valentini ottenne la concessione dall’Imperatrice a patto che il 50% della produzione andasse in dazio all’Impero. Il primo distillato che produssero fu chiamato Gran Duchessa proprio in onore dell’Imperatrice. La distilleria divenne una vera e propria attività economica solo nel 1921 per opera del figlio di Fondamian, Rodolfo Valentini, tornato in Italia dopo essere emigrato negli Stati Uniti. Tutte e nove le botaniche presenti in Tovel’s Gin sono di origine trentina e vengono in parte raccolte direttamente sul territorio dal Master Distiller Gianluigi, pronipote di Rodolfo e attuale proprietario della distilleria. L’alambicco utilizzato risale al 1927 ed era stato comprato da Giovanni, figlio di Rodolfo e nonno di Gianluigi. Venne prodotto dai Ramieri Vescovi, che ormai non esistono più come costruttori, ed è battuto a mano e saldato in rame, argento e platino.

Nel 2014, lo chef Alessandro Gilmozzi, patron del Ristorante El Molin di Cavalese, e il sous chef Andreas Bachmann ebbero un’intuizione: preparare un gin con ingredienti naturali a “Km 0”. A quest’idea sono seguite la raccolta degli ingredienti nei boschi della Val di Fiemme, le sperimentazioni in cucina e la collaborazione con la Distilleria Pilzer di Faver. Non restava che scegliere il nome: Gilbach.Gin, dalla fusione dei cognomi dei due chef. La caratteristica che lo rende unico è l’utilizzo di prodotti naturali raccolti a mano nei boschi: ginepro, sambuco e prugnola selvatica. Il Gilbach presenta note di prugna, ciliegia, nocciola e lievi sentori di limone e sambuco e balsamiche di ginepro, resina, anice, rosmarino.

Nella ricetta del Gin Pilz di Pilzer in Val di Cembra, sono impiegate le botaniche dei boschi trentini e l'acqua di qualità delle Dolomiti. Al naso il ginepro è fine e profumatissimo e riesce a combinarsi in modo eccellente con le altre quindici diverse erbe naturali selezionate per dare un buon equilibrio al prodotto.

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