Una dichiarazione che non lo aiutò a smontare le pesanti accuse della Procura, per cui ieri è stato condannato in primo grado con il rito abbreviato per violenza sessuale con l’aggravante di aver commesso il fatto contro una minore di 14 anni. Furono le urla della bimba a richiamare l’attenzione di sua madre, poco distante da lei, e a far scappare quello sconosciuto che le si era avvicinato mentre lei stava portando a spasso il cagnolino per strada. E così, dopo averle chiesto il nome, all’improvviso l’afferrò per poi darle un bacio in bocca e palpeggiarla. Impossibile credere che quello fosse il comportamento di un padre nei confronti di una figlia. Per rintracciarlo c’è voluto pochissimo, grazie anche alla descrizione fornita dalla bambina. La piccola ha dimostrato di avere sangue freddo e tanta determinazione. Per il pakistano, invece, sin da subito, così come prescrive la normativa, si sono interrotte tutte le procedure avviate in merito alla richiesta di asilo politico. I carabinieri quello stesso giorno lo hanno rintracciato nel centro d’accoglienza dov’era ospite e arrestato. A coordinare l’intera inchiesta è stato il sostituto procuratore Enrica Medori che, ieri, ha chiesto una condanna più alta a 5 anni e 4 mesi di reclusione.
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