Teramo, richiedente asilo bacia sulla bocca
bimba di 10 anni: «Mi ricorda mia figlia»

Teramo, richiedente asilo bacia sulla bocca bimba di 10 anni: «Mi ricorda mia figlia»
di Teodora Poeta
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Giovedì 26 Settembre 2019, 11:29
Condannato a 3 anni e 4 mesi, con rito abbreviato, il pakistano 36enne Raza Moazzam, all’epoca richiedente asilo politico, che a maggio dello scorso anno molestò una bambina di 10 anni di Montorio. A leggere ieri il dispositivo di fronte all’uomo che si trova ancora detenuto nel carcere di Castrogno, difeso dall’avvocato Eleonora Lauletta, è stato il gup Roberto Veneziano che ha anche stabilito l’espulsione dall’Italia dopo l’espiazione della pena (avvocato delle parti civili Franco Patella). Il pakistano, che era ospite in un centro d’accoglienza della zona dal 2016, durante l’udienza di convalida dell’arresto dichiarò che quella bambina incrociata per strada gli aveva ricordato sua figlia.

Una dichiarazione che non lo aiutò a smontare le pesanti accuse della Procura, per cui ieri è stato condannato in primo grado con il rito abbreviato per violenza sessuale con l’aggravante di aver commesso il fatto contro una minore di 14 anni. Furono le urla della bimba a richiamare l’attenzione di sua madre, poco distante da lei, e a far scappare quello sconosciuto che le si era avvicinato mentre lei stava portando a spasso il cagnolino per strada. E così, dopo averle chiesto il nome, all’improvviso l’afferrò per poi darle un bacio in bocca e palpeggiarla. Impossibile credere che quello fosse il comportamento di un padre nei confronti di una figlia. Per rintracciarlo c’è voluto pochissimo, grazie anche alla descrizione fornita dalla  bambina. La piccola ha dimostrato di avere sangue freddo e tanta determinazione. Per il pakistano, invece, sin da subito, così come prescrive la normativa, si sono interrotte tutte le procedure avviate in merito alla richiesta di asilo politico. I carabinieri quello stesso giorno lo hanno rintracciato nel centro d’accoglienza dov’era ospite e arrestato. A coordinare l’intera inchiesta è stato il sostituto procuratore Enrica Medori che, ieri, ha chiesto una condanna più alta a 5 anni e 4 mesi di reclusione. 
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