Dà fuoco alla cella e sferra un pugno all'agente: allarme nel carcere di Teramo. I sindacati: «I malati psichiatrici non devono stare qui»

Dà fuoco alla cella e sferra un pugno all'agente: allarme nel carcere di Teramo. I sindacati: «I malati psichiatrici non devono stare qui»
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Venerdì 15 Aprile 2022, 09:52 - Ultimo aggiornamento: 10:28

Dà fuco alla cella e crea il panico nel carcere, quando gli gente intervengono ne colpisce uno al volto, ferendolo.  Ennesimo grave episodio ieri alle 14 nel carcere di Castrogno, a Teramo, quando un detenuto italiano D.G.A., con «problemi psichiatrici ha dapprima dato fuoco alla cella creando molto panico all’interno della sezione poiché il fumo acre del materasso e suppellettili bruciati ha invaso l’intero reparto e successivamente ha aggredito il personale di polizia penitenziaria accorso a soccorrerlo, sferrando un violento pugno al volto di un agente che ha dovuto far ricorso alle cure dal sanitario presso il pronto soccorso dell’ospedale. Il Sappe esprime la solidarietà e di una pronta guarigione al collega aggredito e rimarca ancora una volta il problema dei detenuti psichiatrici che non sono gestibili all’interno di un carcere che sono già polveriere pronte a esplodere per il sovraffollamento e coesistenza di detenuti di differenti fede religiosa e cultura. Questa aggressione poteva essere evitata se solo il personale di polizia penitenziaria fosse stato dotato della pistola taser, purtroppo tutti gli altri Corpi di polizia c’è l’hanno tranne noi, nonostante quotidianamente numerosi sono gli episodi di aggressione in tutti gli istituti della penisola», dice il segretario provinciale Giuseppe Pallini .

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«Il fatto è accaduto nonostante gli agenti di cercassero di capire come aiutare il detenuto che chiedeva loro insistentemente la consegna di un ingente quantitativo di tabacco che già gli era stato consegnato in quanto da lui regolarmente acquistato ma, secondo una prima ricostruzione, gli era stato successivamente sottratto da altri detenuti per “saldare” i debiti che con essi aveva contratto -  dice il sindacato Sinappe - Simili eventi sono ormai all’ordine del giorno, complice anche un sistema obsoleto che mostra sempre più la propria inadeguatezza e fragilità. Anche in questa occasione il ristretto presenta patologie psichiatriche ma anziché essere detenuto presso una Rems, come spesso accade, è ristretto presso un istituto di pena ordinario».

Roberto Cerquitelli della Fp Cgil Teramo esprime «solidarietà al lavoratore e rivendica opportuni interventi tesi ad evitare possibili reiterazioni, in considerazione di una significativa presenza di detenuti affetti da problemi psichiatrici. La scorsa domenica, un altro detenuto ha aggredito fisicamente un suo compagno di detenzione ferito e con prognosi di guarigione di trenta giorni». «Da tempo, come organizzazione sindacale, lanciamo gridi di allarme per i continui disagi che si registrano in diversi Istituti abruzzesi - continua Giuseppe Merola Fp Cgil Abruzzo Molise - L'istituto di Teramo presenta un notevole sovraffollamento della popolazione detenuta che poi si riverbera sul regolare andamento generale ed assetti organizzativi. Occorrono riflessioni politico-istituzionali più ampie che assicurino tutela e sicurezza per il personale, nonché idonee condizioni di vivibilità per i detenuti». «L'amministrazione penitenziaria deve tracciare delle urgenti progettualità rispetto alla gestione degli istituti penitenziari del Paese - conclude Mirko Manna Fp Cgil nazionale -  Non è più tollerabile e accettabile che, quotidianamente, si registrino eventi critici per lavoratrici e lavoratori. È tempo di agire». 

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