Sirena e orologio scandiscono la vita di Salle, il paese dove il tempo si è fermato

Nel paese delle corde armoniche il giovane sindaco Davide Morante, quattro anni fa, ha ripristinato sirena e orologio che avevano smesso di funzionare

Sirena e orologio scandiscono la vita di Salle, il paese dove il tempo si è fermato
di Floriana Bucci
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 17 Gennaio 2024, 10:54

 A chi si dovesse trovare a passare dalle parti di Salle - comune di 268 abitanti in provincia di Pescara - verso mezzogiorno o alle 17 può tornare utile sapere che quel lungo suono di sirena, che rompe il silenzio delle falde del Morrone, non è un allarme. Nessun pericolo. E’ la sirena per operai e contadini. Succede che qui il tempo è scandito come ai tempi in cui a lavorare nei campi e nelle fabbriche di corde armoniche, prodotte con budella di animali, erano davvero tanti. Oggi i campi sono deserti e in paese di fabbriche di corde ne è rimasta solo una ma l’orologio della torre continua a scandire i ritmi della vita di un tempo. Ogni giorno dell’anno, tranne il 18 luglio quando il paese si ferma per la grande festa in onore del Beato Roberto, dal palazzo comunale si diffondono i rintocchi dell’orologio e il suono della sirena. Orologio e sirena, come tutto nella patria dei cordari, hanno una singolarissima storia. Che, salvo interruzioni dovute a guasti tecnici, è arrivata fino al giovane sindaco Davide Morante, eletto nel 2019 a soli 27 anni. Era stato lui, quattro anni fa, a ripristinare la sirena e l’orologio che avevano smesso di funzionare. Ed è lui a rimettere insieme i tasselli di una storia che è patrimonio della tradizione orale della patria delle corde armoniche. «Un tempo – racconta Morante – in paese non c’era un orologio. Un giorno passò da queste parti un ricco emigrante di San Valentino che lo notò e si offrì di comprarlo con i suoi soldi». Non c’era l’orologio ma non c’era nemmeno una torre sulla quale sistemarlo nella Salle Nuova costruita a tempo di record nel ventennio fascista. «L’emigrante – continua Morante - si diede subito da fare. Per il paese si trattò di costruire una torre sul palazzo comunale e poi arrivò da Genova il titolare della Trebino, storica azienda di maestri orologiai e campanari, per montare il nostro orologio. Trebino si fermò a dormire tre notti e fu ospitato in una fabbrica di corde armoniche. Si trattava di un orologio meccanico, che funzionava con i contrappesi, ed era spesso soggetto a guasti. Nei primi anni 2000 venne comprata la sirena. In seguito il meccanismo si è rotto più volte ma è stato rimesso in funzione da precedenti sindaci. L’ho fatto anch’io nel 2019. In quell’occasione è tornato in paese Trebino in persona, ormai ottatantacinquenne. L’orologio meccanico è stato sostituito con uno elettronico e i rintocchi precedono il suono della sirena che dura ben 30 secondi. Ma nessuno in paese si lamenta». Oggi la sirena per operai e contadini suona per pochi cordari e rari contadini. Un omaggio a loro e quanti li hanno preceduti. 
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA