Rapina alla gioielleria Ranieri, gli arrestati restano in silenzio

Rapina alla gioielleria Ranieri, gli arrestati restano in silenzio
di Marcello Ianni
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Lunedì 20 Marzo 2023, 08:04

Sulla rapina commessa alla gioielleria Ranieri dell'Aquila, gli arrestati non rispondono alle domande del Gip tranne uno, quello con posizione più defilata. Hanno preferito avvalersi dunque della facoltà di non rispondere il basista e i due esecutori della rapina a mano armata del 27 gennaio scorso alle 18, fruttata in pochi istanti 80mila euro: tre orologi Rolex, nove Omega e due Tudor. Si tratta di Salvatore Moreci di 55 anni originario di Termini Imerese (Palermo) ma da anni residente in città; Cristian De Lucia di 44 anni di Latina e infine Roberto Sambrini di 53 anni di Roma, tutti e tre noti alle forze dell'ordine, trasferiti dopo l'arrestato nel carcere di Lanciano.

L'unico ad aver risposto alle domande, Marco Alfonsi di 42 anni dell'Aquila, che ha beneficiato dei domiciliari per il ruolo ritenuto marginale dagli agenti della Squadra mobile.

Nell'interrogatorio di garanzia l'indagato (assistito dall'avvocato Massimo Manieri) ha respinto ogni responsabilità circa la rapina in quanto a suo dire non ne sapeva nulla. Lo stesso ha confermato di essersi limitato al furto delle targhe apposte al furgone utilizzato per effettuare il giorno prima del "colpo" un sopralluogo (da Moreci, De Lucia e Sambrini) lungo le vie laterali la gioielleria. Furgone e auto, quest'ultima utilizzata per arrivare e fuggire dopo la rapina, per i quali gli investigatori hanno indagato a piede libero i proprietari (entrambi aquilani) non essendo riusciti a provare la loro estraneità al prestito dei mezzi per fini delittuosi. Saranno le indagini a stabilire se costoro dovranno essere indagati per rapina in concorso oppure per favoreggiamento.

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