Li stavano cercando. Perché la centrale operativa della questura, in poche ore, aveva ricevuto una serie di segnalazioni su tentativi di truffe telefoniche nei confronti di persone che vivono nella zona nord di Pescara, fino ai confini con Montesilvano. Il solito copione del finto nipote con cui spesso vengono spillati quattrini soprattutto a persone anziane. Gli agenti della squadra mobile di Pescara, coordinati dal dirigente Gianluca Di Frischia, hanno così teso una rete di controlli che ha interessato un ampio perimetro di strade: con una valutazione frutto dell’esperienza hanno pensato che i truffatori non si sarebbero allontanati prima di essere riusciti a realizzare almeno un minimo bottino. Intanto hanno messo insieme tutti gli elementi arrivati dalle diverse segnalazioni, allargando i controlli anche a Montesilvano. E lì nel pomeriggio hanno localizzato l’auto: a bordo due uomini, uno di 33 e uno di 25 anni, napoletani, che con molta probabilità stavano già prendendo la via del ritorno a casa dopo essersi fatti consegnare contanti, gioielli, bancomat con tanto di codice pin da una coppia di anziani. Lasciata nella disperazione perché non aveva notizie sul destino della figlia. I due uomini sono stati arrestati e i beni restituiti, ma il lieto fine non cancella quell’angoscia che i due coniugi, 89 anni lei e 92 lui, hanno dovuto sopportare. Una sofferenza deliberatamente inflitta dai due truffatori.
Ecco la storia, così come l’hanno ricostruita, nelle prime battute, in questura. I due hanno ricevuto la telefonata di una persona che, con una voce agitatissima, li implorava di mettere insieme tutto quello che di valore avevano in casa fino ad arrivare a cinquemila euro di valore. Era quanto serviva per evitare che la madre, la figlia della coppia, venisse arrestata dai carabinieri.
L’uomo, a quel punto, per lo stato di agitazione ha avuto un malore ed è crollato. E’ stata la moglie a recuperare le card e i codici e ad aprire la porta quando l’uomo è tornato a prendere la roba. Se ne è andato di corsa, lasciandoli agitati e senza una risposta. Che è arrivata quando a bussare alla porta sono stati gli agenti della Mobile, che hanno riportato indietro tutti i beni sottratti. Avevano acciuffato i due a poca distanza, dopo aver seguito gli ultimi passaggi. I due uomini, quando hanno visto le pattuglie hanno provato a scappare, ma il tentativo è stato breve e mal riuscito. Così sono finiti in cella tutti e due, in attesa della convalida dell’arresto da parte del magistrato. E’ stata la polizia a rassicurarli sul fatto che la figlia non aveva alcun problema e che loro erano stati vittime di due abili truffatori. Perché la dote principale di queste persone sta proprio nella capacità di essere convincenti, di piazzare particolari credibili nel corso di conversazioni su eventi completamente inventati.