La caccia al killer di Walter Albi sembra seguire con sempre maggior convinzione la pista napoletana, mentre resta aperto a più ipotesi il contesto in cui è maturato il delitto dell’architetto 66enne. In quella stessa sparatoria, a Pescara, è rimasto gravemente ferito Luca Cavallito, 49enne al fianco di Albi quando l’assassino ha fatto ripetutamente fuoco. I due erano seduti a un tavolino della veranda del Bar del Parco e avevano ordinato pizzette, evidentemente aspettando l’arrivo di qualcuno. Si è invecepresentato il killer che ha sparato loro addosso e in faccia: Albi è morto subito, Cavallito lotta per la vita.
Un affare finito male ovvero pensato ma mai concretizzato, un debito non saldato o un finanziamento non rientrato secondo le previsioni della banda criminale: queste le ipotesi che gli inquirenti seguono con maggiore convinzione. L’azione omicida tanto eclatante ha anche rappresentato anche un messaggio intimidatorio a chi potesse trovarsi coinvolto in quello stesso giro o fosse nella stessa situazione di Albi e Cavallito.
I tanti progetti che Albi perseguiva non aiutano a focalizzare l’ambito delle attività in cui il delitto è maturato.
Hanno sentito conoscenti, familiari e persone vicine alle vittime per cercare di stringere il campo delle ipotesi sul movente: non escludono che il regista della mattanza faccia base a Pescara, qualcuno arrivato da fuori ma che qui si è stabilito e agisce gestendo affari come emissario di una criminalità senza scrupoli. Intanto Luca Cavallito è stato trasferito all’ospedale Gemelli di Roma per complicazioni epatiche. L’equipe medica cui è stato affidato starebe valutando un trapianto di fegato, sempre tenendo conto delle gravi condizioni del ferito già sottoposto a sei interventi a Pescara. Anche a Roma Cavallito resta sorvegliato da agenti per la sua sicurezza.
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout