Orsi, 18 nuovi nati, ma quattro cuccioli sono scomparsi. Molte nasciate fuori dal perimetro del Parco

Morti mamma Amarena, uccisa da un macellaio, e suo figlio Juan Carrito, mascotte d'Abruzzo, investito da un'auto

Orsi, 18 nuovi nati, ma quattro cuccioli sono scomparsi. Molte nasciate fuori dal perimetro del Parco
di Sonia Paglia
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Mercoledì 14 Febbraio 2024, 10:18 - Ultimo aggiornamento: 21:07

L’espansione dell’orso bruno marsicano è guidata da esemplari femmina, che stanno conquistando aree esterne al Parco. Si tratta di territori che una volta erano dominati esclusivamente dai maschi. Questa scoperta meravigliosa, o meglio, trasformazione epocale, emerge dalla dettagliata mappa di distribuzione, scrutata con attenzione dagli esperti del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise (Pnalm), che hanno documentato un incremento dell'area utilizzata dalle femmine e dai loro piccoli rispetto al 2014. Nel corso degli ultimi dieci anni, più di venti femmine hanno trovato rifugio oltre i confini del Parco, segnando il loro territorio, fino a una distanza di circa 30 chilometri dalla loro area della popolazione. Nel 2023, ben 18 nuovi nati hanno illuminato l'area protetta, dimostrando che la vita prospera anche al di fuori delle sue frontiere.

«Nel 2023, si sono registrati 18 nuovi nati all’interno dell’area protetta, in quella contigua e in zone esterne alla stessa, confermando la resilienza di questa specie e la sua capacità di adattarsi ai cambiamenti dell'ambiente circostante. Per 14 orsetti è stata accertata la sopravvivenza» dice un post su Facebook del Parco. Ma come spesso accade in natura, tra le gioie della nascita, si cela anche il dolore della perdita. L'orsa Amarena, una delle madri più coraggiose e prolifiche, simbolo del Parco e di fama nazionale per la sua confidenza con l'uomo mai scaturita un aggressioni, è stata uccisa da un macellaio a San Benedetto dei Marsi il 31 agosto scorso, lasciando orfani due piccoli cuccio li, sopravvissuti e ora in letargo. Testimoni muti di una madre diventata eroica, la sua uccisione ha fatto il giro del mondo generando indignazione e manifestazioni di protesta degli animalisti giunto fino in Abruzzo per testimoniare la loro indignazione. La sua storia è intrecciata con quella dell’altro figlio, Juan Carrito, un altro spirito giovane, spezzato sulle strade dell'Alto Sangro dove è stato investito mortalmente da un'auto mentre attraversava, com era abituato a fare girovagando tra i paese del Parco, anche lui diventato in poco tempo la mascotte della Regione per la sue scorribande "gentili": blitz in pasticceria a Roccaraso, scorpacciate di prugne sugli alberi, pisolini accanto alle strutture alberghiere.

E ancora, i misteri irrisolti. Due piccoli di Bambina, osservata all'inizio della stagione nella zona di Monte Pratello – Piano 5 Miglia di Roccaraso, sono scomparsi in circostanze sconosciute, poco dopo la loro nascita. Nonostante queste sfide, la comunità degli orsi continua a prosperare. Grazie all'impegno del Parco e dei suoi custodi, ogni anno viene condotta un'importante operazione di conteggio, finalizzata a stimare la produttività della popolazione di orsi bruni marsicani. Queste operazioni, svolte in collaborazione con i guardiaparco, i carabinieri del Parco e i volontari del servizio civile, sono fondamentali per comprendere e preservare la specie e stimare la produttività della popolazione. La conta cumulativa delle unità familiari, viene svolta attraverso un protocollo standardizzato e sperimentato nel 2006, in collaborazione con l'Università Sapienza di Roma. Nel Parco, la densità degli orsi è di circa 4 orsi per 100 chilometri quadrati. 
 

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