Rigopiano, Muriana: "Nessuno mi ha spinto a tentare il suicidio"

Francesco Testa, procuratore capo di Chieti
di Selenia Secondi
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Venerdì 19 Giugno 2020, 15:43 - Ultimo aggiornamento: 15:56

L’ex capo della Squadra Mobile di Pescara, Pierfrancesco Muriana, ha dichiarato lucidamente di non essere stato spinto al suicidio. È quanto emerge dagli ambienti della Procura di Chieti circa l‘interrogatorio cui Muriana, ora ricoverato nel reparto di psichiatria del policlinico Santissima Annunziata di Chieti, è stato sottoposto mercoledì poche ore dopo essere stato salvato da un gesto di disperazione. Va ricordato che il dirigente di polizia era atteso in Procura a Pescara per essere interrogato per calunnia, su controdenuncia dei carabinieri forestali, nell'ambito dell'inchiesta sul disastro dell'hotel Rigopiano.
Da indiscrezioni si apprende che Muriana ha spiegato i motivi del gesto raccontando cosa gli è passato per la mente nel momento in cui ha deciso di chiudere il tubo di scappamento della Yaris respirando così il monossido di carbonio che saturava l’abitacolo dell’auto appartenente al padre.
Anche se dagli ambienti della Procura trapela questa notizia, rimane ancora in piedi l’ipotesi di istigazione al suicidio per la quale è stato aperto un fascicolo ora nella Procura teatina.
Ora seguirà uno scambio di dati tra le procure di Chieti e Pescara verranno analizzati i dati tecnici ma questo richiederà un po’ di tempo. “Posso definire fruttuoso il coordinamento tra la procura di Pescara, che sta svolgendo il proprio ruolo investigativo, e la procura di Chieti nel cui territorio è stato compiuto l’insano gesto" dichiara il Procuratore della Repubblica di Chieti, Francesco Testa.
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