Morte di Flavia Di Bonaventura, l'investitore condannato a 7 anni

I genitori lasciano il Tribunale in lacrime. Scosso anche l'imputato da una sentenza molto pesante. Nessuno dei familiari di Flavia, né i suoi due amici, pure loro presenti all'udienza come parti civili, terminata l'udienza di ieri ha voluto commentare

Morte di Flavia Di Bonaventura, l'investitore condannato a 7 anni
di Teodora Poeta
3 Minuti di Lettura
Venerdì 14 Aprile 2023, 08:47 - Ultimo aggiornamento: 10:53

Hanno rivissuto in aula il dramma di quella notte dello scorso 22 agosto, quando Flavia, Simone e Cristina, in bicicletta, stavano tornando a casa e in quel maledetto tratto della Statale 16 adriatica, a Scerne di Pineto, in provincia di Teramo, sono stati investiti dalla Panda guidata da Davide De Felicibus, 35enne di Atri. Un drammatico scontro avvenuto, secondo la ricostruzione cinematica fatta poi dall'accusa, mentre l'utilitaria viaggiava a una velocità sopra il limite prescritto, calcolata in oltre 110 chilometri orari, mentre l'autista era ubriaco e con l'auto, di proprietà di un suo familiare, senza l'assicurazione, che ha ucciso la 22enne rosetana Flavia Di Bonaventura e ridotto quasi in fin di vita l'amico Simone, rimasto per un periodo di tempo in rianimazione. Ieri, De Felicibus, che dallo scorso agosto si trova agli arresti domiciliari, è stato condannato a 7 anni di reclusione con il rito abbreviato condizionato alla visione di una videoripresa dei luoghi da cui, secondo la difesa dell'imputato (che è stata sostenuta dall'avvocata Ida Nardi), si sarebbero dovuto desumere le scarse condizioni di luminosità di quel tratto stradale.

Il 35enne è stato accusato di omicidio stradale e lesioni gravi per gli altri due giovani rimasti feriti nell'incidente oltre che di guida in stato di ebbrezza. Il giudice Lorenzo Prudenzano ha anche disposto il ritiro della patente e una provvisionale immediatamente esecutiva di oltre 600mila euro nei confronti delle parti civili costituite, ossia i genitori e la sorella di Flavia, Cristina e Simone (tutti rappresentati dall'avvocato Claudio Iaconi).

Due settimane fa l'avvocata Nardi aveva presentato un'istanza di revoca della misura cautelare, ma la richiesta è stata rigettata e De Felicibus resta ai domiciliari. Nessuno dei familiari di Flavia, né i suoi due amici, pure loro presenti all'udienza come parti civili, terminata l'udienza di ieri ha voluto commentare la sentenza di condanna.

Rivivere quei momenti è stato doloroso per tutti. Quando sono usciti, i loro volti erano segnati dalle lacrime. Pure gli avvocati di entrambe le parti hanno preferito non commentare, «in attesa di conoscere le motivazioni», hanno detto sia Iaconi, sia la Nardi. Motivazioni che si conosceranno entro la fine del mese. Dopodiché non è escluso l'appello. Quella sera i tre amici avevano trascorso la serata estiva in un locale della costa. I loro ultimi selfie insieme, sorridenti mentre ballavano e si divertivano, li avevano pubblicati sui loro profili social. De Felicibus, invece, era stato a lavorare in una pizzeria. Agli investigatori e poi al giudice in fase di interrogatorio di garanzia dopo il suo arresto, il 35enne ha sempre sostenuto di non aver visto i ragazzi che al momento del violento impatto con la Panda si trovavano in quel tratto di strada su due bici. La prima ad essere colpita è stata Cristina, poi Flavia che era trasportata da Simone. Quella notte, erano quasi le 5 del mattino, i carabinieri hanno eseguito due prove con l'etilometro su De Felicibus, risultate, la prima, 1.89 g/l, la seconda, 2.07, con l'aggravante di un precedente che aveva sempre legato alla guida in stato ebrezza risalente al 2010.

© RIPRODUZIONE RISERVATA