Lo spreco continua. È quello del manicomio mai nato, al Carmine. Una struttura sanitaria con vista sul lago di Penne: l'incompiuta storica del capoluogo vestino finita nel 2012 nell'elenco delle opere sanitarie studiate dalla commissione parlamentare sugli sprechi nella sanità. Porte aperte e vetri rotti o chiusi col compensato, bagni fracassati, c'è molto ma fortunatamente non tutto in malora, insomma. È sempre lì da decenni in attesa di vivere con una destinazione convincente. E' un immobile di oltre sedicimila metri quadrati, costato oltre venticinque miliardi di vecchie lire, concluso ben dopo l'entrata in vigore della legge Basaglia che abolì i manicomi in senso tradizionale. Si pensò nei primissimi anni ’90 di farne una residenza per anziani con 120 posti letto.
Chieti, erano a spasso con cane e droga: denunce e multe
C’era ancora la Ulss di Penne numero 10, diretta dai compianti Edmondo Pietrangeli come amministratore e Liberato Bianchini in veste di referente tecnico, poi soppressa a partire dal 1995. Al suo interno, c’è persino un teatro da trecento posti con le poltroncine verdi ancora avvolte dalla plastica. Fino a qualche anno fa c’erano anche, incustodite e con tanto di nomi e cognomi dei degenti, le cartelle cliniche della Medicina generale diretta allora da Oscar Pesa. Ci provò a dargli un futuro anche l’Inail con un'operazione di valorizzazione di una serie di immobili, di cui non si è saputo più nulla.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Preziosi e Van Gogh in Abruzzo, la crudeltà artistica della follia