«L’archivio storico del Teatro L’Uovo va donato all’Archivio di Stato dell’Aquila»

A destra Antonio Massena con la copertina del libro
di Sabrina Giangrande
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Venerdì 16 Aprile 2021, 21:41 - Ultimo aggiornamento: 22:08

L’AQUILA «Donare all’Archivio di Stato dell’Aquila l’intero archivio storico del Teatro L’Uovo perché di questo ne rimanga memoria tangibile». L’intenzione è stata espressa, l’altro ieri, da Antonio Massena durante l’incontro online ospitato in live streaming sui canali Facebook, Youtube e Vimeo della Fondazione Aida, centro di formazione professionale del Veneto, che dal 1983 opera in campo teatrale, per la presentazione del nuovo libro dello stesso Massena dal titolo “Memorabilia, Teatro l’Uovo, metamorfosi di un impegno artistico, sociale e civile”.

«Questo racconto- ha detto Massena- oltre a voler essere la memoria di un progetto culturale e artistico che ha attraversato trentasette anni, è anche l’intreccio di più storie e momenti di una città che, dal 1978 a oggi, ha vissuto profondi e radicali mutamenti sociali, culturali e industriali. Storie di persone, di luoghi, di attività e realtà che hanno modificato il volto e il tessuto umano dell’Aquila. È la testimonianza della vita e dell’amore profusi per un’impresa che è giusto rimanga indelebile nel tempo, una testimonianza scevra da ideologismi. Ed è la storia di persone che, con esperienze diverse ma formazione culturale, sociale e politica sortita dalle stesse radici, hanno saputo creare dal nulla un progetto che nel corso degli anni è diventato un punto di riferimento nazionale e non solo: il Teatro L’Uovo».

Durante l’incontro, seguito da numerosi spettatori assiepati in una platea purtroppo ancora virtuale, oltre a un resoconto generale sul libro, Massena è riuscito a catturare l’attenzione del pubblico, svelando anche dei curiosi aneddoti, veri e propri scampoli di preziose memorie della vita teatrale dell’Uovo.
Tra gli interventi anche quello di Lucio Argano, presidente del Consiglio superiore dello spettacolo del Mibact e curatore della presentazione del volume, insieme a quest’ultimo anche i saluti di Enrico Falaschi, direttore editoriale della Titivillus e Meri Malaguti, direttore di Fondazione Aida.

Alla domanda diretta all’autore rivolta da Argano, durante la presentazione, su quale sia stata la scintilla che abbia generato la scrittura del libro, Massena ha risposto: «Deve rimanere la memoria, una traccia scritta, ho necessità di sentire lo spessore tra le mani. Sono trentasette anni di memoria tangibile, in cui racconto in maniera giornalistica, ma non solo, libero di scrivere questa storia fatta di esperienze siano esse negative che positive».
Massena tra le esperienze negative, ha raccontato seppur con celata commozione, l’evento tragico del 6 aprile 2009, quando poco dopo l’evento si era recato al teatro San Filippo: «Entrato in sala ho avuto la certezza che mi era caduto il mondo addosso» e il tentativo difficile, ma riuscito di messa in sicurezza dell’archivio storico.
Tante le testimonianze presenti nel libro, che vuole essere di ausilio alle nuove generazioni teatrali, come ribadito sia da Argano che dalla Malaguti.
Nel finale Massena ha concluso affermando di voler organizzare, quando possibile, due presentazioni dal vivo sia all’Aquila che a Trento.

Sabrina Giangrande
 

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