L'Aquila: come prima del sisma, il coronavirus fa riscoprire i negozi di vicinato

Botteghe in centro, foto Renato Vitturini
di Marianna Galeota
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Domenica 19 Aprile 2020, 11:55
L'AQUILA - Il coronavirus fa riscoprire agli aquilani i negozi di vicinato, così come prima del sisma, quando si usciva in centro e ci si fermava dal panettiere, dal macellaio e in pasticceria per i bignè del pranzo della domenica. I negozi del centro come lo storico forno Placidi, la macelleria Palumbo e la pescheria di Paride di Giannatale riprendono terreno, così come il rapporto di fiducia con il negoziante e la familiarità di un acquisto fatto senza fretta, puntando alla qualità e alla filiera corta di prodotti provenienti dal territorio.

Dopo l’iniziale timore di essere fagocitati dalla grande distribuzione e dall’e-commerce in un periodo di grave emergenza sanitaria, i commercianti aquilani guardano al futuro e lanciano un appello ai cittadini, non solo residenti in centro storico, per tornare a comprare intramoenia anche quando la pandemia sarà finita e si tornerà in un regime di normalità.

«In questo momento i residenti del centro sono di meno rispetto a quelli che c’erano prima del sisma, ma quelli che ci sono la spesa la fanno sotto casa, piuttosto che spostarsi in auto per andare altrove - afferma Carla Placidi del forno Placidi, in centro dal 1952 – Rispetto a prima del coronavirus, quando si veniva a comprare solo il pane o un dolce, ora si fa la spesa. Oltre che la sicurezza di un luogo poco affollato, si riscoprono in più la comodità e la qualità dei prodotti portati giornalmente come i freschi. C’è stato un aumento di clienti, residenti e aquilani. E’ chiaro che ora manca tutto l’indotto degli operai e degli uffici che non lavorano a pieno regime. Sotto questo punto di vista c’è stato un calo, però c’è una compensazione con i cittadini che hanno riscoperto il negozio di alimentari sotto casa».

Paride Di Giannatale, originario di Giulianova, ha aperto la sua pescheria trent’anni fa in centro storico, superando il terremoto e riaprendo dopo il 2009.

«Non sono mai andato via da questa città e la amo molto, così come i cittadini. Il mio cuore è qui – spiega – Il coronavirus ha riportato gli aquilani a riscoprire il piccolo negozio e la qualità del pesce fresco che portiamo giornalmente perché abbiamo la fortuna di avere il mercato in 4 giornate, dal martedì al venerdì. Prendiamo il pesce e lo portiamo qui. Non si corre più come prima, ora si compra con calma e si lavora anche meglio. Spero che si continui a vivere il centro e ad aiutare i piccoli commercianti».

Il coronavirus ha anche tolto qualcosa, momentaneamente, a chi aveva una clientela affezionata proveniente da altri comuni. E’ il caso di Pietro Palumbo della omonima macelleria in via Garibaldi, aperta nel 1957 in via Leosini.
«Di clientela ne abbiamo meno ora perché in tanti venivano a trovarmi anche dai paesi per acquistare la mia carne – afferma – Ma non ci scoraggiamo perché questo virus finirà. Nel frattempo i residenti continuano a venire da noi. Il piccolo negozio è molto diverso dalla grande distribuzione: c’è un rapporto di familiarità, di fiducia e rispetto con il cliente, oltre alla carne sempre freschissima e del territorio che offriamo».
Marianna Galeota
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