Terrorismo, Pietrostefani e i legami con L'Aquila: i moti del '71, i funerali della madre

Terrorismo, Pietrostefani e i legami con L'Aquila: i moti del '71, i funerali della madre
di Marcello Ianni
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Giovedì 29 Aprile 2021, 08:09

Tra i fondatori di Lotta Continua e i partecipanti ai moti aquilani del 1971, è stato arrestato ieri dalla polizia francese dopo 21 anni di latitanza. C’è anche un aquilano tra le sette primule rosse del terrorismo italiano condannate in via definitiva e latitanti in Francia. Si tratta di Giorgio Pietrostefani 77 anni, fondatore con Adriano Sofri di Lotta Continua condannato a 22 anni per essere stato il mandante dell’omicidio nel 1972 del commissario di Polizia e addetto alla Squadra politica della Questura di Milano, Luigi Calabresi, del quale si è sempre dichiarato innocente.


Pietrostefani ha scontato solo una minima parte della pena (circa 3 anni) essendosi poi rifugiato in Francia protetto dalla dottrina Mitterrand, sul diritto d’asilo, ribaltato dalla politica del presidente Macron. La pena si prescriverà nel 2027 (non è stata contestata l’aggravante di attentato a fini di eversione, ma il reato comune di concorso morale in omicidio). Le ultime tracce del terrorista rosso aquilano in città risalgono ai “Moti Aquilani” del 1971 e nell’aprile del 1998 quando il carcere di Pisa gli aveva concesso (senza scorta e senza manette) poche ore di libertà per dare l’ultimo saluto a sua madre, Elisabetta Centofanti, impiegata all’Intendenza di Finanza dell’Aquila.

Una cerimonia officiata presso la chiesa Santa Maria del Soccorso nella quale avevano preso parte oltre al papà del terrorista, Stanislao Pietrostefani, prefetto dell’Aquila all’epoca già in pensione, Luca Sofri, la moglie di Ovidio Bompressi, Giuliana, e Davide Guadagni del comitato “Liberi, liberi”, e i suoi vecchi compagni di Lotta Continua Marco Boato, Mimmo Pinto, Paolo Liguori e molti altri ancora. Nel cimitero dell’ Aquila, stretto tra l’affetto dei parenti, Pietrostefani non aveva voluto soffermarsi né sulla revisione del processo respinta dalla Corte d’ appello di Milano, né sulle speranze del ricorso in Cassazione.

Giorgio Pietrostefani andò via dall’Aquila per iscriversi a Pisa alla Facoltà di Ingegneria, ma la militanza politica lo aveva assorbito totalmente arrivando a fondare Lotta Continua. Sciolto il movimento nel 1976 si è laureato in Architettura, ricoprendo posti dirigenziali a quanto pare all’Eni, alla Snam, alle Officine Meccaniche Reggiane, fino al 1988, quando fu arrestato la prima volta. Scarcerato nel 1999 per la revisione del processo e condannato ancora nel 2000, per sottrarsi all’esecuzione della condanna definitiva si era reso latitante rifugiandosi nuovamente in Francia, (nazione scelta già negli anni ’90 come residenza).

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