Maestro di sci morto da quasi un anno: 200 amici lo hanno cercato per mesi

Furio Lescarini Maestro di sci scomparso: 200 amici lo hanno cercato per mesi
di Manlio Biancone
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Martedì 28 Aprile 2020, 09:37 - Ultimo aggiornamento: 14 Febbraio, 15:14

Furio Lescarini, maestro di sci, 61 anni, rinvenuto nella sua casa a Roccacerro, in Abruzzo, dopo 11 mesi, è morto per un malore o si tratta di un gesto volontario? Lo dovrà stabilire il medico legale nominato ieri dal pm Lara Seccacini.
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Ma le sorelle Barbara e Carolina Ronchetti, sue amiche di sempre, non credono al suicidio, troppo socievole e libero per farlo. «Furio era capace di buttarsi in chilometriche avventure in bicicletta o scomparire tra le pieghe del suo divano perdendosi tra i colori del sole della sua fede calcistica. Il mio Furio è quello che ho incontrato sulle strade della città in incontri casuali. Per molti era l’istruttore paziente che ci sapeva fare con i bambini. Per altri ancora era stato il miglior rappresentante di una nota marca di sci. Ma per tutti era chiaro quanto fosse veloce a cambiare percorso scegliendo non necessariamente la via più leggera», così lo ricorda Barbara.
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A giorni in questa frazione di appena 77 abitanti si terrà il rito funebre e la salma verrà sepolta nel piccolo cimitero «così come lui voleva – aggiunge Carolina - anzi stiamo pensando di riportare anche la madre sepolta a Nord a cui era legatissimo. D’altronde era uno di noi. Lo ricordo da piccolo, papà aveva il bar, lui veniva a sciare a Marsia con i genitori». Gli amici di Roccacerro, di Tagliacozzo, di Roma, del Terminillo e del Trentino, circa 200, hanno già raccolto la somma per organizzare il funerale e hanno acquistato il loculo. Ma con il passare dei giorni la tragica storia si tinge di giallo e assume contorni toccanti. Furio maestro di sci ma, nell’ultimo periodo della sua vita, anche un clochard alla stazione Termini? «Furio lo cercavamo da mesi - continua Barbara - non abbiamo mai smesso. Sì, è vero anche tra i barboni lo abbiamo cercato quando abbiamo saputo in autunno che alcuni clienti del ristorante del paese “Il Boscaiolo” dissero al titolare di averlo incontrato alla stazione di Roma, in condizioni di disagio, come un senzatetto, e che era stato proprio lui a raccomandarsi di salutare gli amici di Roccacerro».
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La notizia però non è stata confermata dai carabinieri della compagnia di Tagliacozzo che lo cercavano da gennaio, dopo aver ricevuto la prima denuncia di scomparsa. Più volte i militari erano andati davanti alla casa di Roccacerro: dava l’impressione dell’abbandono totale con tante erbacce intorno. E poi una seconda denuncia è arrivata a marzo e di nuovo i militari sono tornati per i controlli ma nulla lasciava pensare che Furio era tornato, di nascosto, nella casa di montagna, a 1.200 metri, per morire. A maggio dello scarso anno il 61enne era vivo, come risulta da un verbale della polizia ferroviaria. «Lo stesso periodo o qualche giorno prima - precisa Carolina - Furio era andato dal suo medico di Tagliacozzo, Pietro Buzzelli, per una visita e poi era ripartito per il Nord». Il racconto dell’amica è confermato da alcune testimonianze: i passeggeri dell’autobus che collega Tagliacozzo a Roccacerro. «Parlammo con lui, disse che era venuto a sistemare delle pratiche, a pagare delle bollette, e che voleva vendere casa e trasferirsi in Trentino», racconta l’autista del pullman. Poi più nulla. Giovedì 23 aprile il corpo di Furio è stato trovato quasi mummificato in camera da letto: era morto da almeno 10 mesi. Scatole di medicine sul comodino e tanta amarezza a Roccacerro per non aver mai sfondato quella porta.
 

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