Non pensava che la detenzione di materiale pedopornografico contenuto nel cellulare lo avrebbe messo nei guai. E invece è quanto accaduto a G.L.M. di 19 anni dell’Aquila che, assistito dall’avvocato Giulio Agnelli del Foro dell’Aquila, ora rischia di finire sotto processo con la pesante incolpazione di detenzione o accesso a materiale pedopornografico.
Il 19enne è caduto nella rete della Polizia postale dell’Aquila nel settembre dello scorso anno, nell’ambito di una serie di attività di monitoraggio sui siti nei quali vengono immesse, scambiate e scaricate immagini dal contenuto sessuale con protagonisti minori. Fingendosi possibili acquirenti di materiale pedopornografico, gli investigatori hanno monitorato tra gli altri l’attività del 19enne apparsa subito molto strana e subito dopo illegale. Dall’indirizzo “Ip” del computer, gli agenti della Polizia Postale dell’Aquila, sono risaliti alle generalità del ragazzo e alla sua residenza. Quando gli investigatori hanno bussato alla porta del giovane indagato, ad accoglierli sono stati i genitori del 19enne, che proprio in quel momento, hanno appreso della presunta condotta criminosa posta in essere dal ragazzo.
Gli stessi genitori increduli hanno accompagnato gli inquirenti nella camera del figlio per essere sottoposta a perquisizione.
Se ne discuterà in un udienza “filtro” ai primi di novembre. L’attività investigativa degli agenti della Polizia postale dell’Aquila, va avanti per appurare il possibile coinvolgimento di altri soggetti che con il giovane indagato abbiano scambiato materiale pedopornografico. I risultati di questo filone d’indagine non è ancora nota.