"Did dad ddi": la didattica salvavirus che uccide l'anima

Alunna in Dad
di Sabrina Giangrande
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Martedì 8 Dicembre 2020, 15:57 - Ultimo aggiornamento: 16:02

L'AQUILA Dal gruppo Facebook “Professione insegnante”, si legge un post che appare come una sorta di elegia, dedicata a tutti gli studenti che in questo momento stanno affrontando  per la seconda volta nello stesso anno l’esame tra i più difficili da sopportare, la didattica a distanza e vale per tutti dall’Abruzzo al Trentino Alto Adige, dalla Sicilia alla Sardegna, non fa distinzione, di sesso, di razza di opinione politica, l’unico comune denominatore è lui!

Vincilvirus” è la campagna informativa del Comune dell'Aquila dove vengono riportate le informazioni in merito alla diffusione del Coronavirus-Covid 19, dedicata alla popolazione aquilana, ma gli studenti come lo combattono il nemico subdolo che si annida alle loro spalle? E non è il virus il loro peggior nemico, bensì la solitudine delle loro anime vaganti di sogni e speranze, nascosta dietro la noia di una vita privata dello slancio della gioventù, delle passioni soffocate sotto un cuscino del loro letto di una cameretta troppo stretta per contenere la loro brillante vivacità degli anni più belli.

«Stanno ogni mattina davanti ad un monitor- si legge nel post-. Computer, palmare o telefonino. Si collegano e rispondono all’appello. Presente, presente, presente. Voci impastate dal sonno, quaderni, libri e penne sparsi sul tavolino. Spesso indossano un maglioncino sul pantalone del pigiama, capelli spettinati e cominciano la lezione. A volte perdono la connessione, altre volte non riescono a sentire oppure sentono ma non vedono. E salutano gli insegnanti con la consueta formula “Buongiorno prof”. L’anno scolastico scorre, i programmi vanno avanti, le verifiche e le interrogazioni vengono fatte. Ma manca l’anima a questa scuola.

Manca il vociare, la condivisione, quell’inconfondibile odore di ragazzi, quel misto di gessetto per la lavagna e di panino al prosciutto. Scorrono i giorni sul diario. Ma anche i diari sono tristi senza scarabocchi dei compagni. Triste la ricreazione sul divano, noiosa come quel panino al prosciutto senza sapore. L' ultima ora senza campanella non ha senso. Non ha senso riempire lo zaino alla rinfusa. E i giorni scorrono, nel diario e nel calendario. E con loro anche le gite di fine anno, tutti insieme sul pullman a far casino, cantando.Quelle gite che scappano via, insieme alle pagine del diario e ai fogli del calendario. E che non torneranno mai più. Mai più accidenti! Perdute per sempre. Come quelle emozioni che dovrebbero accompagnarti per tutta la vita. Le recite teatrali, l’ansia di non ricordare la battuta e l’emozione di trovare i propri genitori tra i tanti.  Maledetto virus quanto gli hai rubato! Ma non hai vinto con loro. No, con loro proprio no! Stanno lì, davanti a quei monitor, non escono, non vanno più in palestra, niente merende a casa degli amici, niente feste a tema, niente, niente di tutto questo. Ma accettano tutto con una maturità straordinaria. Eroi del loro tempo, di questo tempo sospeso. Ma tu con loro non hai vinto! Loro hanno la vita davanti. E se la sapranno vivere, mangiare, bere, accarezzare, amare. Perché grazie a te hanno capito quanto nulla sia scontato. E torneranno a correre e a colorare le strade e le piazze. Quando tu, maledetto virus, sarai solo un brutto ricordo. E loro, i nostri giovani, i nostri piccoli eroi, saranno il futuro di questa terra. Siete grandi ragazzi, grandi davvero!»

Non stancatevi di essere giovani è solo questione di tempo e tutto tornerà più verde di prima.

Sabrina Giangrande

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