Naturalmente, La spesa sicura comincia del campo

Naturalmente, La spesa sicura comincia del campo
di Valentina Arcovio
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Mercoledì 11 Dicembre 2019, 10:44
Per tutelare la salute dei consumatori, ogni fase della filiera deve essere attentamente curata e monitorata. Dalle materie prime alla produzione, fino all'imballaggio, al trasporto e alla distribuzione. Nulla può essere lasciato a caso. Lo sanno bene realtà come Esselunga che della sicurezza della propria filiera ne ha fatto una vera e propria missione. La stessa che l'ha resa una delle più note food company con stabilimenti di produttivi di gastronomia, pasta fresca e pasticceria e centri di lavorazione della carne e pesce.

LA FILOSOFIA
«Ogni nostro prodotto viene monitorato lungo l'intera filiera produttiva attraverso un sistema di controlli che ne garantisce la totale sicurezza e salubrità», garantisce Luca Magnani, direttore Assicurazione Qualità Esselunga.
«In campo e in allevamento i nostri sistemi di produzione sono orientati a un elevato benessere degli animali, alla salute delle piante e a un'attenta tutela dell'ambiente. Il nostro approccio - continua - mira a prevenire l'insorgere di malattie negli animali e nelle piante, riducendo la necessità di utilizzo di antibiotici e di agrofarmaci, senza dimenticare l'importanza dell'uso sostenibile delle risorse naturali, il rispetto degli habitat, dei cicli della natura e del packaging sostenibile». Questo si traduce in prodotti più sani per chi li consuma. «Il nostro team di Qualità, composto da agronomi, veterinari, tecnologi, biologi, microbiologi, specialisti di prodotto ed esperti di territorio, è dotato di 3 laboratori interni - spiega Magnani - e questo ci consente di rispondere sia alle incertezze e paure dei consumatori ma anche di andare incontro alle esigenze dei nuovi contesti sociali. Tra i nostri progetti alcuni esempi sono le linee salutistiche per adulti (Esselunga Equilibrio), per i ragazzi più piccoli (Esselunga Chejoy e Super Foodies) e per l'ambiente (Per chi ama la Natura), senza dimenticare la stretta collaborazione con il Banco Alimentare».

SICUREZZA
L'impegno delle company, a volte, non basta a garantire al 100% la sicurezza. Ci sono potenziali pericoli che, nonostante siano stati scientificamente riconosciuti, non vengono ancora adeguatamente regolamentati. «Come nel caso degli interferenti endocrini», riferisce Luciano Atzori, biologo esperto in sicurezza degli alimenti dello studio ISQAlimenti. «Sono sostanze chimiche con le quali conviviamo quotidianamente e che sono in grado di alterare il normale funzionamento del sistema endocrino in quanto possono spegnere, accendere o modificare i segnali inviati dagli ormoni», aggiunge. «In pratica, possono influire pesantemente sulla fertilità di coppia, sul rischio di sviluppare tumori ormono-dipendenti, disturbi neuro-comportamentali e altre patologie, oltre che interferire, durante la gravidanza», spiega Atzori. Tra gli interferenti endocrini più noti ci sono alcuni Pcb, svariati perfluorati, gli eteri bifenili polibromurati, alcuni fitofarmaci, il bisfenolo A (BPA), gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA), ma anche metalli come l'arsenico.

CONSIGLI PRATICI
«Molte di queste sostanze, ad oggi, non sono adeguatamente regolamentate, per questo ritengo che sia necessario informare i consumatori della loro esistenza e del potenziale pericolo», sottolinea Atzori. «In questo modo i consumatori potrebbero spendere un po' di più per acquistare prodotti liberi' dagli interferenti endocrini e quindi le aziende potrebbero ritenere conveniente produrli e immetterli sul mercato». Nel frattempo, ai consumatori più parsimoniosi Atzori suggerisce una serie di semplici misure per limitare gli interferenti endocrini. «Non riutilizzate mai i recipienti in plastica per gli alimenti se sono di tipo monouso e non usare pentole antiaderenti se il loro rivestimento interno risulta deteriorato», consiglia l'esperto. «Assicuratevi che quando si cuociono gli alimenti ci sia un'adeguata ventilazione; non travasare mai - continua - i liquidi caldi in contenitori di plastica che non siano stati fabbricati per sopportare le alte temperature».
 
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