La Direzione generale ha dato esecuzione a una sentenza della Corte d’appello dell’Aquila che ha ritenuto pienamente efficaci le dimissioni rassegnate ad aprile 2017 da un cardiochirurgo. Quest’ultimo le aveva successivamente ritirate, imputandole a un “gesto impulsivo” dovuto a una “situazione lavorativa conflittuale e stressogena” all’interno dell’unità operativa teatina di Cardiochirurgia. Ma tale domanda di reinserimento all'epoca non era stata accolta dalla Asl che aveva disposto la risoluzione del contratto a partire dal 1° agosto 2017.
In primo grado il Tribunale di Chieti aveva dato ragione al ricorrente e disposto il suo reinserimento in servizio. La Corte d’appello dell’Aquila ha invece ritenuto non sussistente un “vizio del consenso” tale da giustificare l’annullamento delle dimissioni e ha ribaltato la sentenza di primo grado, dando ragione alla Asl. Con la contestuale e immediata assunzione del nuovo cardiochirurgo la Direzione generale conferma la particolare attenzione riservata in questi mesi alla situazione del Dipartimento Cuore e, in particolare, della Cardiochirurgia.
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