Questa volta non si parla di concorso di colpa di deceduti o feriti nel sisma del 2009 per un semplice motivo: la minore età della vittima e la necessaria responsabilità sulla custodia che aveva il preside dell'istituto che lo ospitava al momento della tragedia. Il Tribunale civile dell'Aquila ha condannato Ministero dell'Istruzione, Convitto nazionale, Provincia dell'Aquila, l'ex preside dello stesso Convitto, Lizio Bearzi e il dirigente della Provincia, Vincenzo Mazzotta, a risarcire in solido tra loro la somma di 1 milione di euro ai famigliari di Ondrey Nouzovsky, di 17 anni, una delle tre giovanissime vittime del crollo dell'edificio, originario della Repubblica Ceca, che si trovava all'Aquila nel giorno del terremoto per un viaggio premio.
Il Tribunale civile, aderendo al pronunciamento penale della Corte di Cassazione (che escludendo l'eccezionalità dell'evento aveva condannato l'ex dirigente della Provincia Mazzotta e l'ex preside Bearzi, quest'ultimo graziato dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella) ha stabilito come «Bearzi, in virtù della posizione di garanzia rivestita, ha omesso colposamente di far sgombrare l'edificio pur consapevole del fatto che la struttura fosse fatiscente e senza predisporre alcun provvedimento finalizzato a garantire l'incolumità degli ospiti, nella specie di quelli minorenni (tra cui Ondrey Nouzovsky) che, al memento della scossa si trovavano all'interno dell'edificio proprio per volontà del dirigente scolastico».
«Ulteriormente - si legge sempre nella sentenza civile - è stata accertata la penale responsabilità di Vincenzo Mazzotta.
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