L'Aquila, Brignano delizia i mille
e poi sprona la città: «Piazza pulita
di chi infanga l'onore dell'Aquila»

Brignano legge Saturnino Gatti (Vitturini)
di Stefano Dascoli
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Sabato 21 Novembre 2015, 00:07 - Ultimo aggiornamento: 1 Novembre, 17:05
L'AQUILA - L’abbraccio con Alessandro D’Alatri, «amico da quando bevo il caffè», per ricordare scherzosamente la regia di un celebre spot tv che li ha fatti incontrare; l’applauso dei mille e passa del “teatro hangar” della Guardia di Finanza, gremito all’inverosimile; il regalo del direttore del Tsa, un cuore di plexiglass («E’ antisismico, lo porto volentieri a casa»).



Si è chiuso così, con l’abbraccio corale di un pubblico estasiato e festante, lo show di Enrico Brignano dell’altra sera. Uno spettacolo travolgente: oltre due ore e mezza di comicità esilarante sulla base di “Sono italiano ma non è colpa mia”. Un viaggio nella storia e nel virtù¹ del Paese, aperto con trolley alla mano e proseguito con l’elogio di grandi inventori, pittori e musicisti. Senza lesinare la critica all’indolenza, alla furberia, al malcostume (spettacolare il “pezzo” sui rivoluzionari). «Aquilani! Aquilotti!- ha esordito Brignano - Eccomi qua in terra d’Abruzzo! Ho grande affetto per questa regione, per metà sono abruzzese, la metà più secca. Sono felice di essere all’Aquila, che resta una città meravigliosa nonostante la polvere. Spero che torni presto all’antico splendore». E forse non poteva esserci posto migliore di questo per dire che sì, nonostante scandali, ruberie, inciuci e incuria, «l’Italia è ancora un bel Paese, c’è molto da salvare, anche in termini di orgoglio nazionale».



I SALUTI - Alla fine del ragionamento portato in scena in maniera divertente, garbata ed elegante, il comico ha estrinsecato il suo concetto: «Grazie alla produzione, che ha sacrificato un po’ di denaro (Brignano ha rinunciato al suo cachet, i proventi andranno al “Progetto teatro giovani”, ndr). L’avevamo già fatto tempo fa (a favore del Tsa, dopo il sisma, ndr) per far sì questa città non muoia, anzi, rinasca dalle proprie ceneri. Ho visto il teatro dell’Aquila, uno dei più belli d’Italia, certo adesso non è proprio bellissimo, ma la prossima volta che tornerò lo sarà, spero di recitare là. Qui all’Aquila tutti hanno “azzuppato”- ha proseguito ironicamente con chiaro riferimento agli scandali post terremoto-. Spero che le persone che hanno rubato a gente che ha sofferto spendano tutti i soldi in medicinali. Tutto il mio disprezzo va a chi ha abusato dell’onore di questa città».



Brignano ha concluso con un’esortazione viva: «Spero che il nostro incontro sia molto più fruttuoso di quello di tanti politici. Il teatro può essere il carro portante di questa grande faticosa camminata della città verso la normalità. Sono particolarmente legato all’Aquila: spero che riusciate subito a ricostruire. Costruite bene, cercate di votare e salutare solo le persone oneste, fate piazza pulita». In prima fila hanno applaudito il sindaco Cialente e la senatrice Pezzopane, con rispettivi partner. Il grande entusiasmo ha creato qualche piccolo disagio all’ingresso con gli abbonati alla stagione Tsa (oltre 700) che hanno deciso di “forzare” la fila per cercare di guadagnare i posti migliori.
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