Ricoverata morta dopo essere stata derubata in corsia. Il figlio: «Piangeva, poi l'ictus»

Ricoverata morta dopo essere stata derubata in corsia. Il figlio: «Piangeva, poi l'ictus»
di Marcello Ianni
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Venerdì 19 Marzo 2021, 08:46 - Ultimo aggiornamento: 15:46

«Ha cominciato a piangere, poi si è sentita male ed è morta». Sarà l'inchiesta giudiziaria a capire se c'è una correlazione tra la sparizione di quel girocollo in oro e il decesso, se lo «stress emotivo» prefigurato dal pm, Fabio Picuti, sia stato fatale o meno. Di certo il figlio della donna ricoverata nel reparto di Lungodegenza dell'ospedale dell'Aquila, che sarebbe stata derubata da un'infermiera di 40 anni ora ai domiciliari, fa fatica a trattenere la commozione ricordando quell'ultimo istante di vita: «Stavamo cercando di ricostruire l'aspetto fisico di chi potesse aver preso quel girocollo, regalo di mio padre. Le ho detto “dai mamma, facciamo una colletta e lo ricompriamo”. A quel punto ha cominciato a piangere ed è stata colpita dall'ictus che me l'ha strappata per sempre».

Per gli inquirenti si tratta di «dispiacere subito in conseguenza della illecita spoliazione», tanto da aver ipotizzato il reato di morte in conseguenza di altro reato. L'infermiera, che ha confessato di aver rubato in altre cinque circostanze simili, approfittando delle restrizioni anti-Covid, sostiene invece di non aver mai preso quella collana d'oro. A suo sfavore gioca la presenza in quel reparto, confermata dalla verifica del badge, e le ultime parole della donna dalle quali il figlio ha ritenuto di riconoscerla. «Sono rimasto sbalordito – racconta l'uomo al Messaggero - che all’interno di un ospedale possano verificarsi queste cose, sono rimasto molto amareggiato».

Il figlio era riuscito a ottenere il permesso per una visita, in tempo di restrizioni.

«L'avevo rassicurata – dice - che nel giro di un paio di giorni sarebbe stata dimessa. L’avevo trovata bene, leggeva una rivista. Ho notato, però, che non aveva la collana e ho pensato a un controllo a cui magari era stata sottoposta. Quando ho chiamato una dottoressa per avere chiarimenti mi ha detto che analoghe sparizioni erano accadute a danno di altri due anziani. Da lì ho capito che mia madre era stata derubata. Con altre due infermiere – continua l’uomo – abbiamo cercato di improntare con mia madre una sorta di identikit. Poi ho pensato di fare una battuta per sdrammatizzare e lei improvvisamente si è messa a piangere. A quel punto è partito un ictus ed è morta nel giro di breve tempo. La giustizia farà il proprio corso ma voglio che queste cose non accadano più nel rispetto delle persone indifese». I legali di entrambe le parti, Vincenzo Calderoni per la parte offesa e Francesco Valentini per l'accusata, invocano prudenza. L’infermiera è rea-confessa di 5 furti di oggetti di valore (collane, fedi nuziali, anelli), in alcuni casi rivenduti ai “Compro oro”, sottratti ad anziani gravemente malati. Li ha motivati con problemi economici.

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