Addio a Marcello De Cecco
l’economista illuminato

Marcello De Cecco con Pagano e Draghi
di Pier Paolo Di Nenno
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Venerdì 4 Marzo 2016, 11:24
LANCIANO - L'economista di fama mondiale che sapeva farsi capire da tutti, ex cathedra da Cambridge come a pranzo su un trabocco della sua amata costa frentana. Marcello De Cecco, tra i massimi esperti al mondo di economia monetaria, è morto ieri notte a Roma a 77 anni. Recentemente aveva accusato alcuni problemi di salute e negli ultimi giorni era stato sottoposto ad un intervento al Policlinico di Roma. Il decesso ha colpito profondamente la comunità scientifica italiana e internazionale, oltre che la sua terra d'origine, l'Abruzzo. A scorrere il lungo e denso curriculum di Marcello De Cecco, nato a Lanciano nel 1939, si capisce il perché. Una laurea in giurisprudenza a Parma, una in economia a Cambridge, De Cecco è stato professore ordinario di storia della Moneta e della Finanza alla Normale di Pisa. Ha avuto cattedre a Siena, Fiesole, alla Sapienza di Roma, al St.Antony's College di Oxford e al Royal Institute of International Affairs di Londra. Ha insegnato a Berkeley, università della California, è stato ricercatore a Princeton e ad Harvard, a Londra, a Parigi e Berlino. Entrato fin da giovane nell'olimpo degli economisti monetari, si è affermato come massimo esperto mondiale della storia del gold standard, il sistema nel quale la base monetaria è data da una quantità fissata d'oro. Ma negli anni della crisi si era segnalato, per tempo, per le critiche alle politiche di austerità.

TRA I MASSIMI ESPERTI
Dal 1997 al 2001 ha fatto parte del Consiglio Economico della Presidenza del Consiglio dei Ministri, è stato nel cda di Bnl e Mediobanca, oltre che presidente del consiglio scientifico dell'ente Luigi Einaudi. Nel 2007 è stato tra i fondatori del Partito Democratico, chiamato da Prodi: poi non si è mai iscritto né ha mai partecipato alla vita politica del partito. Chi lo ha conosciuto da vicino ricorda soprattutto le sue straordinarie doti umane, prime tra tutte la semplicità (fino a due anni fa non aveva cellulare): unitamente all'eccellenza dello studioso, mai ostentata, sono questi gli argomenti che fanno di De Cecco l'abruzzese che più di tutti ha dato lustro e prestigio internazionale alla sua terra negli ultimi 30 anni e, quindi, per questo, si affianca per caratura a Federico Caffè. 

L’ATTACCAMENTO ALLA TERRA
Legatissimo alle sue radici frentane, De Cecco tornava spesso e volentieri nella sua Lanciano. Ironico e brillante, De Cecco apparteneva a una storica famiglia lancianese e amava pranzare almeno una volta l'anno con gli amici di Slow Food Abruzzo sui trabocchi della costa. De Cecco lascia una moglie e due figli. Oggi sarà svolta l’autopsia, le cause del decesso non sono chiare: «Io avrei evitato» ha detto la moglie dalla casa romana di via Pola dove ha «ricevuto chiamate internazionali da molti colleghi. A Marcello avrebbe fatto piacere». Funerali domani a Roma nella basilica di Santa Prassede alle 10. Incerta la possibilità di cerimonie a Lanciano.
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