Shoah Roma, Napolitano in Sinagoga:
«Subito legge sul negazionismo»
Il Papa: «Vigilare su antisemitismo»

Shoah Roma, Napolitano in Sinagoga: «Subito legge sul negazionismo» Il Papa: «Vigilare su antisemitismo»
di Veronica Cursi
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Mercoledì 16 Ottobre 2013, 12:55 - Ultimo aggiornamento: 17 Ottobre, 12:41

E’ una cerimonia silenziosa e solenne quella che si celebrata oggi alla Sinagoga di Roma. Perché solenne deve essere il ricordo di quel 16 ottobre di 70 anni fa, quando alle 5.15 del mattino le SS invasero le strade del Portico d'Ottavia e più di mille ebrei, uomini, donne, anziani e bambini vennero strappati dalle loro case e portati a morire nei campi di concentramento.

Il presidente Giorgio Napolitano. «Oggi è una grande giornata di coesione e di solidarietà tra tutte le fedi e le religioni», afferma il presidente Napolitano e ricorda: «La proposta di legge per l'introduzione del reato di negazionismo è un merito del nostro Parlamento. E sono convinto che verrà presto completato l'iter di approvazione».

Il ddl sul negazionismo approvato stanotte dalla commissione Affari costituzionali è stato assegnato in deliberante alla commissione Giustizia, affinché sia approvato nel 70esimo anniversario del rastrellamento del ghetto di Roma, ha annunciato in aula il presidente del Senato, Pietro Grasso. Ma la richiesta del presidente Grasso è saltata. La parola passa ora al presidente Grasso che dovrà fissare i lavori d'Aula. Hanno votato contro la deliberante i quattro senatori M5s e Buemi. «È stata un'occasione perduta», ha detto Grasso commenta lo stop in commissione Giustizia del ddl sul negazionismo.

Il Pontefice. E un messaggio agli ebrei romani arriva anche da Papa Francesco: Commemorare la deportazione degli ebrei romani, afferma il Papa, è «una memoria futura, un appello alle nuove generazioni a non appiattire la propria esistenza, a non lasciarsi trascinare da ideologie, a non giustificare mai il male che incontriamo, a non abbassare la guardia contro l'antisemitismo e contro il razzismo, qualunque sia la loro provenienza».

«Il ricordo delle tragedie del passato divenga per tutti l'impegno ad aderire con tutta la nostra forza al futuro che Dio vuole per costruire per noi e con noi». «È nostro dovere tenere presente davanti ai nostri occhi il destino di quei deportati, percepire la loro paura, il loro dolore, la loro disperazione, per non dimenticarli, per mantenerli vivi, nel nostro ricordo e nella nostra preghiera, assieme alle loro famiglie, ai loro parenti e amici, che ne hanno pianto la perdita e sono rimasti sgomenti di fronte alla barbarie a cui può giungere l'essere umano».

Il rabbino Di Segni Oggi Roma ricorda l’inferno: il rallestramento del Ghetto «un crimine istituzionale», ripete il rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, in occasione del ricordo, 70 anni dopo, della deportazione degli ebrei romani, «ed è doveroso che si mantenga viva la memoria anche oggi che ferite nuove si aprono davanti ai nostri occhi».

Di Segni parla davanti al capo dello Stato, Giorgio Napolitano, ai presidenti di Senato e Camera e ai ministri Saccomanni e Lorenzin, al sindaco di Roma Ignazio Marino al presidente dell'unione delle comunità ebraiche Renzo Gattegna e al presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti e rivolge il suo invito a mantenere viva e alta la memoria delle deportazioni e degli eccidi.

Sullo sfondo, non può essere altrimenti, aleggia ancora la morte e le proteste che sono seguite sui funerali dell'ex capitano delle Ss, Erich Priebke.

Riccardo Pacifici «E’ inutile nascondere che queste celebrazioni non siano state accompagnate dalla morte del torturatore di via Tasso e del complice nella strage delle Fosse Ardeatine - dice Riccardo Pacifici, presidente della comunità ebraica di Roma - fatto positivo è che questa vicenda ci ha permesso di vedere il volto dell’Italia più bello: un Paese unito, dalle forze dell’ordine a quelle civili, istituzionali e religiose. Per questo ci sentiamo orgogliosi di essere romani e italiani proprio per aver visto la società civile in prima linea in questa battaglia di civiltà»

Pacifici chiede che la Camera approvi rapidamente il ddl sul reato di negazionismo. «Se anche la Camera - dice durante la cerimonia per l'anniversario del rastrellamento del ghetto - darà il via libera al ddl sul negazionismo senza alcun voto contrario saremo il quindicesimo paese europeo ad aver introdotto tale norma. Una medicina che però non potrà mai sostituire la didattica sulla shoah».

Il sindaco di Roma. «La città di Roma si inginocchia davanti a voi e vi ringrazia». Così il sindaco Ignazio Marino, interviene alla cerimonia. «Vogliamo ricordare perché dimenticare sarebbe l'offesa più grande verso chi ha perso la vita, verso chi ha patito sofferenze inaudite. Senza memoria non c'è civiltà, non c'è cultura, non c'è umanità». «Sono trascorsi settant'anni da quando le politiche di deportazione e di sterminio colpirono il cuore di Roma. Lo fecero nel modo più vile, con la colpevole complicità ed il silenzio del regime - ha aggiunto il primo cittadino - Lo fecero tra le case del Portico d'Ottavia, di via del Tempio, di piazza Costaguti e di piazza Mattei, da dove oltre mille ebrei romani, tra donne, bambini e uomini, furono strappati senza una ragione. Nel cuore della più antica comunità romana. L'indifferenza colpevole di quei giorni, fu un'altra atroce ferita inferta alla Comunità Ebraica, che ancora oggi non ha rimarginato le sue ferite». Ricordare il 16 ottobre a Roma e la Shoah in Italia «serve anche a fare sentire meno soli i sopravvissuti», ha concluso il sindaco.

Il presidente delle comunità ebraiche italiane Gattegna. «Nessuno potrà mai negare che la Shoah è stata una profonda voragine nella quale una parte del genere umano è precipitata e che si caratterizza per i metodi di sterminio che sono stati applicati». Lo ha detto il presidente dell'Unione delle Comunità ebraiche italiane, Renzo Gattegna.

«Fu infatti un genocidio scientificamente programmato -ha aggiunto Gattegna- e finalizzato a sterminare milioni di esseri umani il più rapidamente possibile, con la minima spesa, e addirittura con l'utilità che derivava dallo sfruttamento dei deportati fino allo sfinimento attraverso il lavoro forzato e l'uso dei loro corpi come cavie di laboratorio. Questo fu l'orrore aggiunto, qualcosa che non si era mai visto prima».Nonostante tutto esistono ancora in Europa e nel mondo nuovi nazisti e nuovi fascisti che orgogliosamente rivendicano l'eredità morale di quei criminali. I nazisti furono assassini di esseri umani, i loro seguaci di oggi sono assassini della memoria. Ma non si illudano, non vinceranno mai».

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