Venduta per 10mila euro dal fidanzato e resa schiava del sesso: banda di romeni a processo

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Venerdì 18 Febbraio 2022, 12:09 - Ultimo aggiornamento: 21:04

Venduta per 10mila euro e resa schiava del sesso. Entra nel vivo, davanti alla Corte d’Assise dell’aula bunker di Roma, il processo per sfruttamento della prostituzione e riduzione in schiavitù scaturito da un’indagine del Nucleo investigativo del comando di Viterbo. Sei gli imputati a processo: una donna che gestiva il traffico di prostituzione e 5 uomini.

Una ventenne romena, residente a Tuscania, per almeno due anni è stata vittima di connazionali che senza scrupoli l’hanno costretta a prostituirsi notte e giorno, senza sosta e senza alcuna pietà. A consegnarla nelle mani dei connazionali il fidanzato, che per diecimila euro ha venduto la donna a una banda dedita alla prostituzione nella zona Est di Roma.

A portare alla luce la storia di sfruttamento e prostituzione i carabinieri del Nucleo investigativo di Viterbo che hanno seguito l’istinto di una madre disperata. La mamma della ventenne romena, nell’estate del 2019, si presentò nella stazione carabinieri di Tuscania denunciando la scomparsa della figlia, della quale non aveva notizie da diverso tempo. Poco dopo raccontò agli investigatori che aveva saputo che la figlia era stata portata dal fidanzato prima in Inghilterra e poi in Romania, da qui in Italia, dove sarebbe stata avviata alla prostituzione nella zona nord-est della capitale.

La Dda di Roma, quindi, ha delegato le indagini al Nucleo investigativo di Viterbo che, attraverso complesse attività, anche con l’attivazione di canali di cooperazione internazionale delle forze di polizia, ha accertato che la giovane della quale era stata denunciata la scomparsa, una volta condotta in Italia, era stata letteralmente venduta dal fidanzato, per la somma di 10mila euro, ad una donna rumena che, a Roma, gestiva la prostituzione di diverse altre donne straniere.

Il processo è alla battute iniziali.

Nell’ultima udienza è stato ascoltato il ragazzo che tentò di liberare la vittima, che ha un lieve deficit cognitivo. La ventenne infatti per ben due volte riuscii a fuggire dalla casa dell’orrore ma poi fu ritrovata e rinchiusa. E poi drogata, picchiata e costretta alla prostituzione. Ascoltata anche una delle “colleghe”. Gli investigatori, infatti, seguendo la ventenne hanno scoperto che insieme a lei si prostituivano altre 6 ragazze, ma nessuna di loro era stata ridotta in schiavitù.

Non solo, grazie a meticolose attività hanno potato alla luce “il posto”, una piccola porzione di marciapiede che le ragazze usavano per prostituirsi. “Posto” di proprietà della sfruttatrice imputata nel processo e assistita dall’avvocato Andrea Palmiero. Oltre a lei i suoi scagnozzi che l’aiutava a gestire le prostitute e il giro d’affari. Tutti accasati anche di traffico di stupefacenti.

Alla prossima udienza, prevista per il 9 marzo, sarà ascoltata la mamma della vittima che ha dato via alle indagini.

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