«Gli diceva sei un padre di merda e lui le ha dato uno schiaffo». Con la testimonianza di un’amica dell’imputato riprende il processo, davanti al collegio del Tribunale di Viterbo, a un 40enne di Nepi accusato di maltrattamenti in famiglia. L’uomo a luglio del 2020 fu denunciato dall’ex moglie e dalla figlia adolescente.
Le due raccontarono ai carabinieri non solo l’episodio dello schiaffo avvenuto davanti a un locale pubblico, ma anni di sofferenza vissuta tra le mura domestiche. Secondo quanto raccontato dalla ragazza in udienza lo schiaffo sarebbe nato al termine di una discussione con la sua attuale compagna del padre. «Mi ha preso per i capelli e sbattuto contro il finestrino. E poi mi ha dato uno schiaffo - ha spiegato la figlia nel corso della prima udienza - prendendo l’orecchio».
A spiegare i motivi della lite ci ha pensato la madre, parte civile nel procedimento. «La sera del ceffone è nata perché la sua compagna stava insultando me e mia figlia e lui invece di difendere la ragazzina l’ha picchiata.
Nell’udienza di ieri sono stati chiamati tre testimoni della difesa. Un’amica dell’imputato, la vicina di casa e una testimone oculare del “ceffone”. «Erano davanti al bar e litigavano - ha spiegato una ragazza presente alla scena - lei le ha detto che era un padre di merda e lui gli ha tirato uno schiaffo. Poi qualcuno ha chiamato i carabinieri». L’uomo da oltre un anno è stato allontanato dalla famiglia e vede i figli ogni 15 giorni alla presenza degli assistenti sociali. Ieri l'avvocato di parte civile ha chiesto di togliere gli incontri obbligatori, lasciando ai figli la libertà di decidere se andare dal genitore.
Si torna in aula il 25 ottobre prossimo.
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