Poggino ma anche area Coprovit: il consorzio racchiude le imprese di questa zona. Con la fase 2 come va? «C’è un po’ di ripresa – dice Mancini - ma il problema esiste seriamente. Le aziende ancora chiuse sono le principali attività commerciali come la Cia o le attività ludiche come le palestre. In totale parliamo di oltre la metà, sono invece aperti autoriparatori e carrozzieri, ad esempio». Queste le con condizioni in cui si lavora. «Gli organici sono più o meno gli stessi di prima – continua - ma avremo dei grossi problemi in futuro con i fornitori di materie prime, anche perché arrivano un po’ da tutto il mondo».
La prospettiva, al momento, non è delle migliori. «E’ molto probabile – spiega Mancini - che ci saranno ripercussioni dal punto di vista dell’occupazione: sarà inevitabile per chi non aveva una solida copertura economica ed è dovuto stare fermo per oltre due mesi». Ci sono delle richieste per cercare di migliorare la situazione.
«Il comprensorio è stato sempre un po’ abbandonato dalle varie amministrazioni. C’è un bando che scade a luglio: con il consorzio Apea, di cui fa parte anche il Comune, stiamo mettendo in piedi un’iniziativa su cui palazzo dei Priori dovrebbe darci una mano». Due i progetti che si stanno valutando: «Uno sull’energia, l’altro sulle acque. Una buona parte dei finanziamenti del bando è a fondo perduto, il Comune dovrebbe coprire quella piccola parte a carico del consorzio».
Vale la pena stare aperti alle attuali condizioni? «Sicuramente sì, già è un piccolo sostegno. Ma se si va avanti così ancora un mese alcune aziende non riapriranno più. Questo è un dato di fatto. Dovremmo fare massa comune per far crescere la zona – conclude - sono riserve che ho espresso all’amministrazione e agli assessori. Ma non ne faccio una questione politica».
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