Piscina, dietrofront sulle delibere e carteggi con la Fin: la storia da marzo 2019 a oggi

Piscina, dietrofront sulle delibere e carteggi con la Fin: la storia da marzo 2019 a oggi
di Massimo Chiaravalli
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Giovedì 11 Giugno 2020, 07:30
Detti e contraddetti: vale anche e soprattutto per la piscina comunale post Maco Larus, tema che oggi torna in consiglio. Pochi giorni dopo la chiusura di fine marzo 2019 parte l’ipotesi di affidarla momentaneamente alla Fin. Ma da allora è successo di tutto.

Il 30 marzo 2019 la maggioranza già inciampa in commissione: delibera ritirata. Si parla di individuare un gestore provvisorio tramite manifestazione di interessi. Nel mentre ecco l’idea Fin. Il 18 maggio arriva in commissione il contratto: gestione fino al 31 dicembre, prorogabile di 6 mesi in attesa della gara pluriennale. Definito «capestro» da Giacomo Barelli e criticato pure da Gianmaria Santucci per la copertura a carico del Comune, fino a 80 mila euro.

Il 28 maggio la maggioranza affonda in aula: dalla delibera deve sparire l’allegata convenzione con la Fin. Pausa per riscrivere tutto, ma al rientro manca il numero legale. L’atto viene approvato il 31 maggio senza la convenzione e i riferimenti alla federazione: resta la copertura fino a 80 mila euro per manutenzioni, utenze e rimborso spese. Entro giugno le linee guida.

L’opposizione è su tutte le furie: il 3 giugno si fanno avanti infatti tre società, il 4 però la giunta delibera l’affidamento alla Fin. Ma Il Messaggero pubblica un carteggio tra il sindaco e la federazione datato 19 marzo - prima che il consiglio avesse deliberato se fare o meno una manifestazione di interessi - dove si chiede la disponibilità per la gestione. L’11 giugno conferenza stampa con la Fin: la piscina riapre, il sindaco spiega che «c’è da fare il nuovo capitolato e può aiutarci a elaborarlo, perché non parteciperà».

Le linee di indirizzo vengono approvate in consiglio solo il 26 settembre 2019: c’è da fare il bando. A novembre arriva il conto: l’impianto in gestione provvisoria costa al Comune 45 mila euro al mese. A inizio anno Arena annuncia 6 mesi di proroga alla Fin. Il 31 gennaio Il Messaggero si accorge di due righe in un comunicato fiume del sindaco: «Troverà definizione la trasformazione dell’impianto natatorio comunale in un centro federale Fin. Sarà la stessa a gestirlo». E’ il caos, perché il consiglio ha votato altro. La cosa si complica il 3 febbraio, quando il giornale pubblica il carteggio tra Arena e la Fin del 12 dicembre 2019, in cui il sindaco già chiedeva di «esaminare la possibilità di istituire nella piscina comunale un centro federale».

Il 4 febbraio Il Messaggero pubblica anche la nuova bozza di delibera: concessione per 10 anni, in ballo ci sono gli europei 2022, ma solo per gli allenamenti. Solo che il regolamento comunale impone di passare da una procedura di evidenza pubblica, come deliberato dal consiglio. Il 18 febbraio nuova bozza di delibera: affidamento per 8 anni più 8 con un canone di appena 12 mila euro l’anno per il Comune. Il 3 marzo in commissione schiaffo al sindaco: la delibera di modifica del regolamento non passa, rinviata invece quella per l’istituzione del centro federale. Marini parla di imboscata della Lega, che chiede un approfondimento su tutta l’operazione.

L’ultima brutta figura è sui campionati italiani di nuoto sincronizzato, in piena pandemia: fortemente voluti e chiusi prima del termine.
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