Pensionati sempre più poveri e disoccupazione in crescita, la Cisl: "Il Pnrr per risollevare la Tuscia"

Pensionati sempre più poveri e disoccupazione in crescita, la Cisl: "Il Pnrr per risollevare la Tuscia"
di Federica Lupino
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Mercoledì 11 Gennaio 2023, 05:40 - Ultimo aggiornamento: 21:08

“Questo è un territorio in declino lento ma costante. Dobbiamo invertire la china”. Con l’inizio dell’anno, la Cisl di Viterbo sfoglia la rosa della Tuscia e trova molte spine. L’ultimo e preoccupante dato è quello che piazza la provincia al primo posto nel Lazio per disequilibrio tra pensionati e stipendiati: lo squilibrio è di 14mila unità, si contano cioè 125mila lavoratori attivi a fronte di 111mila pensioni erogate (dati della Cgia di Mestre). “Così non va, serve un intervento decisivo per risollevare le sorti del Viterbese”, lancia l’appello il segretario Fortunato Mannino.

A Viterbo più pensionati che occupati: è lo squilibrio peggiore del Lazio

Chi è a casa dal lavoro supera gran lunga chi invece ancora produce. Ma questo, come detto, è solo l’ultimo dei problemi che affliggono la provincia. Preoccupa il sindacato anche il dato sulla disoccupazione. A livello nazionale, rispetto al 2022 la crescita del Pil e dei consumi delle famiglie nell’anno appena iniziato è destinata ad azzerarsi e ciò contribuirà a incrementare il numero dei senza lavoro, almeno di 63 mila unità. Il numero complessivo dei disoccupati, infatti, nel 2023 sfiorerà la quota di 2.118.000. In termini assoluti, le situazioni più critiche si verificheranno nel Centro-Sud: a fare peggio di tutti le province di Napoli, Roma, Caserta, Latina, Frosinone, Bari, Messina, Catania e Siracusa dove si registreranno gli incrementi maggiori.  Viterbo si piazzerà poco sotto: in 20esima posizione.

Significa che la Tuscia, dove il 2022 ha chiuso con 12.124 disoccupati, quest’anno vedrà lievitarne il numero a 13.209. 

“Da una parte abbiamo sempre più pensionati, tra l’altro il 63% di loro nel Viterbese riceve un assegno che non supera i 750 euro mensili lordi. Dall’altra – spiega Mannino – sempre meno lavoratori. Un mix esplosivo che richiama tutte le istituzioni a un cambio di passo”. Innanzitutto, riformare i centri per l’impiego e farne il motore per la creazione di occupazione. “Il reddito di cittadinanza – ritiene il segretario della Cisl – ha aiutato tanti che avevano bisogno ma non è stato in grado di generare lavoro. Serve investire seriamente nella formazione per offrire prospettive di lavoro a lungo termine”. Formazione, ma non solo. “L’innovazione è un’altra chiave di volta: il distretto ceramico di Civita Castellana ha saputo superare la crisi investendo in prodotti innovativi e di qualità”, continua Mannino che traccia così la strada da seguire. “Il Pnrr deve essere la leva per il rilancio della Tuscia. Occorre concentrare unitariamente gli sforzi di tutto il territorio per cogliere questa occasione. Altrimenti – conclude – lo squilibrio non potrà che peggiorare”.

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