Palazzo di Giustizia, nascerà un giardino all’avanguardia

Deila Di Fiordo
di Carlo Maria Ponzi
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Lunedì 28 Dicembre 2020, 09:50 - Ultimo aggiornamento: 29 Dicembre, 10:37

Università della Tuscia, Tribunale, Procura della Repubblica, Casa circondariale, Ordine degli avvocati, Unicoop Tirreno, AzzeCO: è il folto pool di soggetti che hanno sottoscritto un accordo (unico in Italia) per la riqualificazione dell’area verde esterna del Palazzo di Giustizia del capoluogo attraverso la progettazione e realizzazione di un giardino sostenibile. 

A tale scopo verranno selezionate e messe a dimora specie arboree, arbustive ed erbacee idonee a sottolineare lo scorrere delle stagioni durante tutto l'anno solare e adatte alle caratteristiche climatiche e pedologiche dell’area. Lo spazio verrà, inoltre, suddiviso in aree tematiche salvaguardando e valorizzando anche gli esemplari già presenti.

Altra novità di rilievo: saranno operativi, accanto agli studenti Unitus, anche dei detenuti di Mammagialla, formati e guidati dal personale dell’Orto Botanico, dell’Azienda Agraria e del Dafne (dipartimento di scienze agrarie e forestali), alcuni dei quali già impegnati come giardinieri presso il Palazzo di Giustizia in base ad una precedente convenzione. E poi una curiosità: il progetto “verde” è stato oggetto della tesi di laurea della neo dottoressa Deila Di Fiordo, discussa qualche giorno fa.

I commenti. «L’iniziativa – ha sottolineato Maria Rosaria Covelli, presidente del Tribunale - si fonda su analoga e proficua collaborazione tra istituzioni del territorio e soggetti pubblici e privati ma aggiunge altri obiettivi e  si caratterizza   per l’apporto determinante di Unitus e  dei promotori  di  un programma nazionale assai rilevante sotto il profilo ambientale».

«Un proficuo dialogo tra le istituzioni - aggiunge Paolo Auriemma, procuratore della Repubblica- è la base della crescita di un tessuto sociale che a Viterbo si caratterizza per laboriosità ed entusiasmo.

Con questa iniziativa vogliamo porre un nuovo tassello alla costruzione della realizzazione di un coinvolgimento delle diverse sensibilità istituzionali nel territorio». 

«Si tratta di un'iniziativa importante - ha rilevato il rettore Stefano Ubertini - che mette insieme diversi aspetti sociali, ambientali e formativi. Accanto alla cura delle aree verdi e allo studio delle specie vegetali, l'attività coniuga il reinserimento sociale dei detenuti alla formazione sul campo degli studenti. E la partecipazione congiunta di vari soggetti testimonia il grande spirito di collaborazione che caratterizza il nostro territorio. Un riconoscimento anche alla indispensabile e fattiva collaborazione di Unicoop Tirreno e di AzzeroCO2».

«La partecipazione a questo progetto - afferma Anna Maria Dello Preite, direttrice di Mammagialla - conferma la collaborazione tra la casa circondariale ed alcune delle più importanti istituzioni della realtà locale finalizzata alla progettazione di concreti percorsi di reinserimento sociale e lavorativo dei detenuti. Le competenze professionali che saranno acquisite al termine delle attività di tirocinio, debitamente certificate, potranno essere spese dai detenuti una volta rientrati nella società da persone libere».

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