Isee, boom di richieste agli sportelli Caf dei sindacati del Viterbese Per i sindacati un segnale preoccupante: «Questa corsa significa solo un cosa: che il numero delle famiglie in difficoltà sta crescendo».
La presentazione dell'indicatore della Situazione economica equivalente (Isee) è infatti parte fondamentale della documentazione necessaria per accedere ai bonus, e alle prestazioni sociali agevolate, messi a disposizione dal governo. Una selva che va dall'assegno unico universale, al bonus asilo nido che mette a disposizione fino a un massimo di 3000 euro sulla base di un Isee inferiore a 25mila euro, a quello per bollette, affitti, oltre a una lunga serie finalizzata ad agevolare l'acquisto o la ristrutturazione della casa.
«Bonus - precisa il segretario della Cisl, Fortunato Mannino - che, in larghissima parte, ci sono sempre stati ma di cui ora lo stato di maggiore bisogno generato dal peggioramento della situazione economica ha cambiato la percezione. Si tratta, in poche parole, di soldi cui le famiglie hanno fame: ce lo dicono i numeri». Spiega ancora Mannino che «in appena tre settimane abbiamo ricevuto richiesta di lavorazione di 2 mila pratiche, numeri che non erano mai stati raggiunti e che non sono legati solo alle nuore regole sull'assegno unico. La cosa che più ci preoccupa è che sono destinati ad aumentare».
Un esempio lo offre il dato sull'importo base dell'assegno unico (entrato in vigore da quest'anno): 175 euro in media per chi presenta Isee fino a 15mila euro, e 50 euro per Isee pari o superiore a 40mila euro o assente. «Questo tipo di intervento, poi, non aiuta la ripresa economica - spiega ancora Turchetti - per rilanciare la provincia serve ben altro: creare lavoro». Del «poco interesse in cui la polita si sta muovendo da dieci anni a questa parte, quasi come il problema non esistesse», parlano i dati sull'occupazione che resta sotto il dato nazionale per gli uomini tra i 25 e i 64 anni e peggiora per donne e under 25.
«Per non parlare poi dei redditi - conclude Turchetti -. La nostra provincia è ferma. In uno scenario che su base nazionale registra un'erosione degli stipendi nell'ultimo quinquennio, Viterbo fa ancora peggio: stiamo sull'orlo del baratro e nessuno sembra avere voglia di intervenire, quasi come se il futuro della Tuscia non fosse di prioritaria importanza».
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout